Intanto l'azienda ospedaliera Carlo Poma, intanto, ha chiarito la propria posizione in un comunicato
PIEVE SAN GIACOMO - Ha riaperto gli occhi Sara Baldo, la 28enne di Pieve ricoverata d’urgenza al Poma di Mantova: venerdì si era recata all’ospedale di Asola per dare alla luce il suo bambino, che però è morto prima di nascere. Dopo un cesareo d’urgenza ed un secondo intervento per complicanze, la 28enne era finita in sala di rianimazione. I parenti hanno denunciato l’ospedale di Asola e martedì è in programma l’autopsia per valutare le cause del decesso del bimbo.
Lunedì la Direzione Strategica dell’azienda ospedaliera Carlo Poma, alla quale è assoggettato anche il presidio di Asola teatro della tragedia, ha inoltrato un comunicato in cui l’azienda espone la propria posizione. «La signora, alla 36esima settimana e cinque giorni di gravidanza, si è presentata presso il Pronto Soccorso di Asola riferendo contrazioni. Prontamente presa in carico dal reparto di Ginecologia e Ostetrica, dopo l’esecuzione degli esami necessari per valutare la situazione di mamma e bambino, è stato riscontrato il distacco della placenta: un evento incontrollabile, repentino e che ha conseguenze quasi sempre drammatiche per il feto. La signora ed i parenti sono stati immediatamente informati della prognosi infausta per il feto e della necessità di eseguire immediatamente la sua estrazione cesarea. La sala operatoria è stata prontamente attivata con tutte le professionalità necessarie per eseguire l’atto chirurgico: tre ginecologi, il primario anestesista, due strumentiste, l’ostetrica di guardia e la capo-ostetrica. Sono stati inoltre attivati il primario della Struttura Complessa di Pediatria e il medico reperibile della Direzione Sanitaria. L’intervento non ha potuto far altro che constatare l’ormai avvenuto decesso del feto, che è stato trasferito nelle camere mortuarie dell’Ospedale di Mantova per l’esecuzione degli accertamenti autoptici. In conclusione, i professionisti di entrambi gli ospedali hanno agito secondo le linee guida e procedure in uso, gestendo una situazione infrequente ma purtroppo non impossibile».