Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

IL DIBATTITO

Suicidio assistito in Lombardia, il primo caso nella regione

Una donna affetta da sclerosi multipla ha ottenuto il farmaco letale dal servizio sanitario nazionale. Il caso solleva interrogativi sul ruolo delle istituzioni

La Provincia Redazione

Email:

redazioneweb@laprovinciacr.it

14 Febbraio 2025 - 11:00

Suicidio assistito in Lombardia: il primo caso nella regione riaccende il dibattito

MILANO - In Lombardia si è verificato il primo caso di suicidio assistito, il sesto in Italia. Una donna cinquantenne, affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre 30 anni, ha scelto di porre fine alla sua vita attraverso l'auto-somministrazione di un farmaco letale fornito dal servizio sanitario nazionale. Questo episodio riporta al centro del dibattito il tema del diritto alla morte e il ruolo delle istituzioni sanitarie.

Il percorso per ottenere l'assistenza al suicidio in Italia si conferma lungo e complesso. Dopo nove mesi dalla richiesta, il servizio sanitario ha fornito il farmaco e la strumentazione necessaria, evidenziando le difficoltà burocratiche e legali che accompagnano tali decisioni. Il caso solleva interrogativi sul riconoscimento del diritto a una morte dignitosa.

Filomena Gallo e Marco Cappato, dell'Associazione Luca Coscioni, hanno sottolineato il ruolo della Regione Lombardia nel fornire l’aiuto medico, dichiarando che si tratta di un dovere istituzionale. Il loro commento evidenzia la discrepanza tra la decisione regionale e il precedente atteggiamento del Consiglio regionale, che si era dichiarato incompetente in materia.

Il suicidio assistito divide l'opinione pubblica. Alcuni sostengono il diritto all’autodeterminazione in situazioni di sofferenza estrema, mentre altri temono implicazioni etiche e morali, preoccupati per possibili decisioni affrettate. Il caso lombardo stimola una riflessione più ampia sulla natura dei diritti umani e sul ruolo dello Stato.

Il coinvolgimento del servizio sanitario solleva questioni cruciali: lo Stato deve supportare chi sceglie di porre fine alla propria vita? Fino a che punto le istituzioni devono intervenire in scelte personali? Tali interrogativi richiedono un dialogo aperto tra cittadini, politici e professionisti sanitari.

L'Italia continua a confrontarsi con i dilemmi etici legati al suicidio assistito. Il caso della donna lombarda potrebbe favorire una maggiore consapevolezza sul tema, stimolando una riflessione sulla necessità di bilanciare il rispetto delle scelte

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400