Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Tentato furto, ma il querelante non si presenta a processo: assolto dalla Cartabia

Accusato di aver provato a rubare nella parafarmacia di piazza Roma, ma chi ha fatto la denuncia non c'è in aula: remissione tacita della querela per effetto della riforma. «Il 13 mi porta fortuna»

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

13 Febbraio 2025 - 17:32

Tenta il furto ma il querelante non si presenta a processo: assolto dalla Cartabia

CREMONA - «C’è chi dice che il 13 porti sf..a. A me no». A lui porta buono. Tredici febbraio, oggi. La mattina ha incassato un’assoluzione dall’accusa di tentato furto alla parafarmacia di piazza Roma, perché chi aveva fatto denuncia non si è presentato al processo: remissione tacita della querela per effetto della riforma Cartabia. Così la mattina. Nel pomeriggio, ha firmato il contratto d’affitto della casa. Il tentato furto risale alle 2 di notte del 24 ottobre, mese numero 10 dell’anno 2020: sommando ogni singolo numero salta fuori il 13.


L’uomo oggi ha 61 anni e diversi precedenti. Per 22 anni ha fatto il carpentiere, poi ha avuto un brutto incidente e quel lavoro non lo ha più potuto fare. Così, fuori Cremona aveva aperto un negozio, ma è andato a pallone. È finito in un giro di droga e ha collezionato condanne: quella del 1997 per uno scippo, e quelle arrivate negli anni successivi, vuoi per il furto di un’autoradio, o di borsette (una l’aveva rubata su un’auto ferma nell’area di sosta della Tamoil), per detenzione di droga. E per un tentato furto, nel 2005, da ‘Bettina’, il negozio sotto i portici di piazza Roma, vicino alla parafarmacia. Quella volta, nella fuga era inciampato in uno degli arnesi per lo scasso: a terra gli era caduta la mazzuola. Nel 2007 la condanna a 1 anno.

L'avvocato Giovanni Bartoletti


A fine febbraio di un anno fa, il 61enne, in cura per una malattia, è finito in carcere per scontare un anno. È uscito il 29 dicembre: scarcerazione anticipata per buona condotta. A Ca’ del Ferro ha fatto lo «spesino» (in gergo è il detenuto che raccoglie l’elenco delle spese degli altri ristretti), poi lo scrivano e il caregiver del suo compagno di cella. Oggi era in aula con il suo avvocato Giovanni Bertoletti. C’era anche l’investigatore della polizia. Mancava il querelante. Assoluzione e tutti a casa. Com’era andata il 24 ottobre di cinque anni fa, sabato, è storia raccontata nell’annotazione di servizio della polizia. E lì è rimasta.


Piazza Roma, parafarmacia, civico 1/b. Sono le 2 di notte. Un condomino sente «forti rumori» dalla strada, come «forti colpi contro le vetrate dei negozi» di sotto. La pattuglia della Volante viene immediatamente inviata sul posto. I due agenti notano «un soggetto» che si sta allontanando. E una lima «incastonata» nella porta della parafarmacia Gli agenti si mettono a inseguire «il soggetto» in fuga. Lui scappa verso via Francesco Pecorari, poi si infila in via Cambi Bombarda. Lo fermano in piazza Filodrammatici. L’uomo è «particolarmente trafelato», ha delle piccole ferite su tutte e due le mani: esce un po’ di sangue. I poliziotti gli chiedono il perché dell’affanno e come si è fatto quei taglietti sulle mani. Agli atti risulta che abbia ammesso di aver tentato il furto in farmacia.

Agli agenti dice come si chiama: nome e cognome. «Il soggetto» non ha documenti di identità con sé. Viene portato in Questura. Non si sente bene. Spiega la sua malattia, ha bisogno di assumere dei farmaci. Dalla Questura si allerta il 118. Arriva l’ambulanza. Alle 3.30 l’uomo viene portato al Pronto soccorso. Gli somministrano i farmaci salva-vita, alle 5.12 viene dimesso e riportato in Questura. Alle 5.30 lo perquisiscono: nulla addosso. Per accertare la sua identità, si usa lo Spaide, il sistema di identificazione personale attraverso le impronte digitali. I poliziotti gli prendono le impronte. Arriva il responso: nome e cognome sono esatti. Risulta che è pregiudicato, viene denunciato all’autorità giudiziaria per tentato furto. Alle 6.30, l’uomo esce dalla Questura.


I poliziotti cercano il responsabile della parafarmacia per avvisarlo dell’accaduto. Nonostante i numerosi accertamenti , non riescono a contattarlo. Viene successivamente informata «la proprietà». Completata l’attività, gli atti vengono trasmessi in Procura. Il processo è storia di oggi, mezzogiorno. Chi ha denunciato il 61enne non si è presentato. Incassata l’assoluzione grazie alla Cartabia, in corridoio l’uomo ha negato il tentato furto («Sono scappato, perché il poliziotto aveva la pistola»). Numero «fortunato», il 13.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400