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IL MONDO IN AULA MAGNA

Il Ghisleri come la sede dell'Onu, Superchi: «Che emozione»

L'ideatore del progetto e poi anche moderatore testimonia il lavoro fatto e racconta dall’interno come è nata l’idea e come si è realizzata

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

04 Febbraio 2025 - 05:20

Monteore, Superchi: «Che emozione fare del Ghisleri la sede dell'Onu»

Alex Superchi presidente dell'assemblea Onu

CREMONA - La scorsa settimana, riuniti in aula magna per il monteore di gennaio, gli studenti del Ghisleri hanno simulato i lavori dell’assemblea dell’Onu. Ognuno con la propria cartellina, hanno rappresentato come veri diplomatici la Cina e Singapore, Stato del Vaticano e Russia, America e Bozuana. È stata un’esperienza particolare: bella, particolare, tra formazione e diritti. Ad organizzarla, naturalmente in sinergia con i docenti dell’istituto, è stato Axel Superchi: ideatore del progetto e poi anche moderatore che così testimonia il lavoro fatto e racconta dall’interno come è nata l’idea e come si è realizzata.


«L’idea di portare un Model United Nations (MUN) al Ghisleri è nata da un’ispirazione
improvvisa. Scorrendo Instagram, mi sono imbattuto in un progetto simile e ho subito pensato a quanto sarebbe stato incredibile poterlo realizzare nella nostra scuola, un istituto che ha sempre avuto una forte vocazione internazionale. Non potendo partecipare direttamente a quel progetto, ho deciso di creare un evento che avrebbe potuto coinvolgere e appassionare tutti gli studenti».


In molti si sono chiesti il perché: «Beh io credo che portare questo progetto al Ghisleri sia sicuramente importante per il giornalino, per farci conoscere e per aumentare il prestigio della scuola, ma soprattutto l’ho fatto per il profondo rispetto che porto nei confronti dell’istituto — spiega —. Il Ghisleri è il posto dove ho conosciuto molte delle persone più importanti della mia vita, che mi ha aperto le porte per il futuro e che mi ha permesso, in gran parte, di diventare la persona che sono oggi. Per non menzionare i valori che mi ha dato, come la perseveranza e l’intraprendenza. Inoltre questa scuola, dopo il Covid 19, ha fatto fatica a riprendersi, non permettendo agli studenti appena arrivati (come il sottoscritto) di godersi gli infiniti progetti che vengono organizzati, quindi fare questa attività innovativa in Italia mi sembra anche un mio modo per dimostrare ai neo studenti del Ghisleri che questo istituto può dare tantissimo».

Alcuni studenti che hanno preso parte alla simulazione dell’assemblea Onu


La realizzazione del progetto è iniziata nei primi giorni di gennaio, quando l’idea ha cominciato a prendere forma. «Ogni piccolo dettaglio è stato studiato con attenzione, dalle regole dei giochi alle modalità di coinvolgimento delle classi. Abbiamo lavorato duramente per produrre i giochi, comprare e creare le decorazioni e preparare la scuola a quello che è stato l’evento più grande mai fatto, il tutto senza perdere mai di vista la scuola e la realizzazione del giornalino. Ma nonostante la fatica, posso dire con sicurezza che la soddisfazione e la gratificazione di vedere la scuola, progressivamente, addobbarsi è stata una sensazione che non penso di aver mai provato nella mia vita».


Un momento particolarmente divertente: «È stato quando, insieme a Malak, una ragazza che collabora al giornalino, ci siamo fermati a scuola un pomeriggio per realizzare i cartelloni con le bombolette spray. Ci siamo divertiti da matti tra colori, idee e risate, ed è stato lì che mi sono reso conto dell’entusiasmo nel fare questo progetto, del senso di soddisfazione che si prova quando si vede una propria idea prendere vita. Poi, martedì 28 gennaio, l’aula magna del nostro istituto si è trasformata nel cuore pulsante della diplomazia internazionale con un evento senza precedenti. Dopo settimane di preparazione, è stato emozionante vedere il nostro progetto prendere vita e coinvolgere studenti, docenti e ospiti in una giornata intensa e ricca di significato».


Il lavoro, insieme a Lorenzo Lupi, caporedattore del giornalino, è stato incessante: «Lunedì 27 gennaio abbiamo trascorso 12 ore in aula magna per curare ogni dettaglio, dalle disposizioni logistiche alla preparazione del materiale per le classi. Ricordo la sensazione di soddisfazione nel vedere pian piano l’aula magna trasformarsi: le decorazioni prendevano forma, i placard dei delegati venivano posizionati con cura e l’intero spazio assumeva sempre più l’aspetto di una vera assemblea delle Nazioni Unite».


Poi, martedì 28 gennaio, la sveglia è suonata presto: «Alle 7 eravamo già a scuola, carichi di entusiasmo e con la certezza che sarebbe stata una giornata memorabile, seppur con ancora alcune cose da fare. E così è stato. L’evento è stato un successo travolgente, grazie soprattutto alla partecipazione attiva e appassionata degli studenti, che hanno dimostrato un incredibile spirito di collaborazione, sia in aula magna che all’interno delle proprie classi. Camminare tra i gruppi di lavoro, ascoltare i dibattiti e vedere i ragazzi mettersi in gioco con entusiasmo è stata una delle esperienze più gratificanti di tutto il percorso. Un ringraziamento speciale va ai nostri insegnanti, alla preside, Lorenza Badini e alla vicepreside Gloria Grazioli, che ci hanno supportato in ogni fase del progetto e il cui sostegno è stato fondamentale per la realizzazione di questa iniziativa. Un evento di questa portata non sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto dei nostri sponsor. Ma ciò che ha reso davvero speciale la giornata è stato il riscontro ricevuto da studenti, docenti e persino da altre scuole, che hanno mostrato grande interesse per il nostro progetto».

I feedback positivi sono arrivati da tutte le parti: «Amici, parenti, insegnanti, e persino altre istituzioni scolastiche — rivela Superchi — hanno espresso il desiderio di replicare questa esperienza. Questo evento ha dimostrato che, con impegno e passione, è possibile portare nelle scuole un’esperienza formativa e coinvolgente, capace di unire apprendimento e divertimento. Il Mun non è stato solo un gioco di ruolo diplomatico, ma un’occasione per riflettere su temi di rilevanza globale, sviluppare il pensiero critico e imparare il valore della cooperazione. Il nostro viaggio nel cuore delle Nazioni Unite è appena iniziato, e non vediamo l’ora di portare il progetto sempre più in alto».

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