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Disconnessi, la qualità di vita al centro

Diritto al plug off dai dispositivi digitali: dibattito con Falcetti e Cigognini sulla proposta di legge

La Provincia Redazione

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18 Gennaio 2025 - 17:21

Disconnessi, la qualità di vita al centro

Tommaso Falcetti, Dario Dolci e Matteo Cigognini

CREMA - Avevano già avuto occasione di misurarsi a distanza il mese scorso, non senza una vena polemica. Lo hanno rifatto in presenza, con apprezzabile moderazione, in un confronto aperto al pubblico, tenutosi nella sala dei Ricevimenti di palazzo comunale. Tema del dibattito, la proposta di legge sul diritto alla disconnessione, presentata nel luglio scorso dall’onorevole Arturo Scotto del Pd e in discussione in parlamento. Da una parte Tommaso Falcetti di Gioventù Nazionale, dall’altra Matteo Cigognini dei Giovani Democratici: 19 anni il primo, 20 il secondo. In mezzo, a fare da moderatore, Dario Dolci, giornalista del quotidiano La Provincia.

Il punto di partenza è stata una considerazione sul fatto che oggi la tecnologia ci rende connessi H24, spesso per nostra scelta. In ogni caso, regolamentare e riconoscere il diritto alla disconnessione, nell’ambito di un rapporto di lavoro, è un’esigenza che unisce tutte le generazioni e tutte le tipologie di lavoratori, e che marca il confine tra vita lavorativa e vita privata. La pandemia e l’introduzione dello smart working hanno accelerato l’esigenza di una legge, in quanto le normative attuali prevedono solo il diritto ad almeno 12 ore di break tra un turno di lavoro e l’altro. Il diritto alla disconnessione è quello di non essere costantemente reperibili fuori dall'orario di lavoro e di non rispondere alle comunicazioni riguardanti il lavoro stesso.

Soffermandosi entrambi sui vari contenuti della proposta di legge, i due relatori hanno sostanzialmente espresso posizioni piuttosto divergenti. Per Cigognini «serve una legge in materia, che metta dei paletti e che crei delle tutele. Un lavoratore riposato e non continuamente stressato rende di più». Per Falcetti, invece, «sono sufficienti i contratti nazionali di lavoro a regolamentare il diritto. Ogni professione ha le sue peculiarità e il contratto è lo strumento per regolamentare il diritto».

Dalle due visioni della legge, è nato un dibattito che è passato attraverso la reperibilità (già prevista per alcune categorie di lavoratori) e incentivi a rimanere connessi, ma anche da un confronto con la legge in vigore in Francia, primo Paese a introdurla. Si è poi parlato del fatto che la proposta di legge in esame si applichi soltanto alle aziende con più di 15 dipendenti e ai lavoratori autonomi e del fatto che i sindacati vedano con favore una normativa che limiti l’eccessiva reperibilità, proteggendo i lavoratori dai rischi legati a uno stato di connessione costante con il lavoro, aumentando stress e pressioni, mentre alcune associazioni datoriali temono che le nuove regole possano introdurre rigidità in un contesto lavorativo sempre più digitale e flessibile.

pubblico

All’appassionato dibattito ha partecipato il folto pubblico, tra il quale erano presenti il sindaco Fabio Bergamaschi, il suo predecessore Stefania Bonaldi e il consigliere regionale Matteo Piloni.

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