L'ANALISI
OSTIANO. VOLLEY FEMMINILE
10 Gennaio 2025 - 16:15
L'intevento dei carabinieri a Pontedera e nel riquadro il presidente Ginelli
OSTIANO - Oltre al danno la beffa. La decisione del giudice sportivo nazionale ha lasciato di stucco la Fantini Folcieri Ostiano dopo quanto accaduto dopo il match del 22 dicembre sul campo dell’Ambra Cavallini Pontedera.
Alla fine del match, vinto 3-1 dalle cremonesi, il preparatore atletico Matteo Bozzetti ed il viceallenatore Emanuele Zanoni sono stati aggrediti nel tunnel che conduce agli spogliatoi da tifosi del sodalizio toscano con calci e pugni mentre il padre dell’alzatrice Sara Colombano è stato raggiunto da una cassa utilizzata per la diffusione della voce dello speaker e ha riportato una lesione all’arcata sopraccigliare che ha richiesto l’accesso al pronto soccorso e sette punti di sutura.
Il giudice sportivo, tuttavia, sulla base del referto arbitrale, ha comminato 200 euro di multa a Pontedera e 100 euro di multa ad Ostiano per «tafferugli a fine gara tra le opposte tifoserie». Una decisione che non trova d’accordo il sodalizio del presidente Ginelli che oltre al danno di aver subito l’aggressione si trova ora lesa anche nel diritto d’immagine non avendo provocato alcun tafferuglio.
«Sono deluso, amareggiato e basito – attacca il presidente Ginelli – per una decisione che trovo a dir poco assurda. In oltre quarant’anni di volley non ho mai visto accadere fatti come quelli accaduti a Pontedera ma, come se questo non bastasse, ancora peggio è la decisione del Giudice Sportivo Nazionale che in barba ai filmati e alle testimonianze che possono essere rese da più parti, ha assunto un provvedimento lesivo dell’immagine della società che rappresento. Avevamo presentato una segnalazione alla Procura Federale ed al Giudice Sportivo Nazionale prima di fine anno, evidentemente inascoltata. Fosse per me ritirerei la squadra dal campionato, ma ho rispetto per le atlete. Siamo in contatto con la Federazione per capire come muoverci e stiamo meditando le azioni legali del caso, sia in sede sportiva che civile e penale. Se questo è il messaggio che vogliamo mandare, non ci sto e mi batterò in ogni sede».
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