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Processo telematico flop, anche Cremona lo sospende

Decreto della presidente di Martino: stop almeno fino al 31 marzo. Le criticità evidenti del ‘binario unico’ senza sperimentazione: retromarcia obbligata

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

10 Gennaio 2025 - 05:25

Processo telematico flop, anche Cremona lo sospende

La presidente del Tribunale, Anna di Martino

CREMONA - Dopo il flop della App 2.0 del ministero della Giustizia che consente il cosiddetto ‘processo telematico’ — vale a dire il sistema che dovrebbe consentire il passaggio da cartaceo a digitale di una serie di adempimenti processuali in campo penale — lo stop è arrivato anche da Cremona: marcia indietro sul regime obbligatorio del cosiddetto ‘binario unico’ e ritorno ai sistemi tradizionali di deposito dei documenti.

Almeno «fino al 31 marzo 2025», come si legge nel decreto firmato dal presidente del Tribunale, Anna di Martino, che ha adottato analoga decisione a quella presa dalla gran parte dei Tribunali d’Italia. Il presidente ha stabilito «la sospensione dell’utilizzo dell’applicativo App 2.0, con conseguente possibilità di redigere e depositare, anche con modalità analogiche (mediante il regime del cosiddetto doppio binario) gli atti, documenti, richieste e memorie».

Alessio Romanelli

Il presidente ha condiviso «le evidenziate criticità derivanti dall’immediata obbligatorietà del regime del binario unico relativamente a fasi processuali caratterizzate dall’assenza di un’adeguata sperimentazione e dalla mancata segnalazione della verifica della corretta gestione del flusso informatico, di tal Chè, allo Stato, si esige di mantenere il regime del doppio binario (con la possibilità per i magistrati e il personale amministrativo di adottare e depositare atti in forma nativo/digitale ed atti analogici) almeno fino al 31 marzo 2025, al fine di consentire le opportune verifiche in ordine alla corretta profilazione di tutti gli utenti dell’applicativo ed alle dotazioni necessarie per procedere all’utilizzo di App 2.0».


Si ricorda che l’uso del nuovo sistema è stato introdotto con un decreto del 27 dicembre scorso ed è scattato con l’1 gennaio di quest’anno. Avrebbe dovuto garantire «il deposito con modalità esclusivamente telematica di atti e documenti per la maggior parte dei procedimenti della procura della Repubblica presso il tribunale ordinario, della procura europea e del tribunale ordinario». Gli avvocati e i magistrati, sottoposti a una pressione crescente per rispettare scadenze e diritti di difesa, hanno però trovato insostenibile operare in un ambiente che scombussola le pratiche penali con inefficienze sistemiche. Nei giorni scorsi l’Anm aveva già messo in guardia contro le criticità che il nuovo sistema digitale avrebbe incontrato.


Per Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati, il provvedimento del presidente del Tribunale di Cremona «è necessitato dalle circostanze. Non è infatti pensabile poter dare applicazione dal primo gennaio a un decreto emesso il 27 di dicembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 di dicembre che coinvolge migliaia di procedimenti penali». Romanelli spiega: «La transizione al cosiddetto processo penale telematico e al fascicolo digitale è un obiettivo che può essere anche condivisibile, ma bisogna arrivarvi per gradi, sempre tenendo presente che il soggetto principale del procedimento è l’imputato e che, quindi, deve essere sempre garantito il diritto di difesa, definito inviolabile dalla Costituzione».

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