L'ANALISI
29 Dicembre 2024 - 18:00
(FOTOLIVE/Massimo Marinoni)
CREMA - Almeno 300 i pellegrini che hanno accompagnato oggi pomeriggio il corteo religioso che ha aperto l’anno giubilare della diocesi. Il vescovo Daniele Gianotti ha guidato il pellegrinaggio dei fedeli della città e del resto del Cremasco, partendo dalla basilica di Santa Maria della Croce. Nella preghiera iniziale il presule ha ricordato Caterina degli Uberti che aveva chiesto alla Madonna un segno di speranza per non morire senza i sacramenti. Poi la partenza con in testa il crocifisso del Giubileo, recentemente tornato ad essere ospitato in cattedrale dopo i restauri, dietro di esso i sacerdoti della diocesi.
Il percorso ha superato la ferrovia percorrendo il nuovo sottopasso, poi il parcheggio delle mura venete, per raggiungere i giardini di porta Serio, poi piazza Garibaldi e da qui la chiesa di San Benedetto che ha faticato non poco nel contenere i tanti fedeli accorsi. Molti coloro che sono rimasti fuori, in attesa della seconda parte della processione che ha segnato l’inizio dell’anno santo. All’interno la preghiera del pellegrinaggio con il vescovo e gli altri sacerdoti. Mezz’ora dopo i partecipanti si sono rimessi in cammino, risalendo via Mazzini e via Manzoni, per raggiungere la cattedrale, dove il vescovo ha aperto la porta santa, innalzando il crocifisso offrendolo così all’adorazione dei fedeli.
Dopo l’ingresso monsignor Gianotti si è recato al battistero recitando la preghiera di rinnovo del battesimo e aspergendo i fedeli per richiamare il sacramento. Una volta sull’altare il crocifisso del giubileo è stato esposto sull’ara maggiore dove ora resterà per tutto l’anno giubilare per permettere l’adorazione dei fedeli. Anche in duomo decine di fedeli sono rimasti in piedi, a testimonianza della grande partecipazione dei cremaschi. Molti di loro erano infatti arrivati nella principale chiesa cittadina prima della processione, soprattutto gli anziani che faticano a camminare.
«Dalla Croce, nella sua invocazione estrema al Padre, Gesù continua a dirci siate forti e rendete saldo il vostro cuore – ha sottolineato il vescovo nella sua omelia –: la speranza non delude e non c’è da vergognarsi di riporla in lui. Per questo nel mistero pasquale il Padre ci riconsegna il suo Figlio risorto e ci invita a riporre in lui ogni speranza. Nell’anno giubilare ci proponiamo questo, proclamare che la nostra speranza è esclusivamente riposta in Dio».
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