L'ANALISI
29 Dicembre 2024 - 05:30
A ben guardare l’anno che va finendo non è stato troppo funesto per la provincia di Cremona, pur essendo bisesto. Guai e problemi non sono certo mancati, ma è sembrato di cogliere nell’aria una certa voglia di futuro. Quanto meno più che nel recente passato. La pre condizione per poter guardare avanti dismettendo il senso di disfattismo e quella nausea da scetticismo che troppo spesso ha accompagnato, bloccandole, le spinte di chi ha tentato di avere una visione alternativa a quella demoralizzante della filosofia nichilista dello ‘Sperum’. Uno stile di pensiero tutto nostro ben riassunto, proprio su queste pagine in un ‘Pensiero libero’ dall’ex sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti. Scriveva: «Il nostro sperum è, in parte, un segno di saggezza antica nel soppesare il giudizio, ma è anche un’atavica prudenza rispetto ai cambiamenti, una reazione di sospetto nei confronti del nuovo, forse per paura di perdere un modo di vivere solito e conosciuto. Sperum è anche una cautela positiva che attende di interiorizzare le decisioni, ma è pure un timore egoista davanti al rischio di scelte sfidanti. È una disabitudine a cogliere e riconoscere il bene intorno a sé e, se non si riconosce il bene, poi è difficile generarne di nuovo. È una fuga da quell’entusiasmo necessario ad affrontare la fatica del cambiamento. È il dettaglio individualista di chi vuole prima capire se ciò che sta accadendo va ad erodere il proprio interesse o lo favorisce. E così si perde la visione di insieme».
Il 2024 ha lanciato più di un segnale di cambio di rotta non soltanto nel comune capoluogo, dove il pessimismo rispetto al cambiamento si registra con maggiore intensità, ma anche nelle altre città del territorio e, financo, nei comuni più piccoli.
Anche qui, in un territorio fondamentalmente conservatore, va facendosi sempre più precisa e salda la consapevolezza che «il futuro corre velocissimo e appartiene ai coraggiosi», come ha ammonito Matteo Mazzolari, presidente del Giovani di Cna, nell’intervento su Mondo Business di dicembre, la cui storia di copertina è significativamente intitolata ‘2025 nel mirino’ ed è stata dedicata alle previsioni e alla sfide per il prossimo anno. Coraggio, per esempio, è stato quello di prendere finalmente una decisione chiara, assumendosene tutte le responsabilità del caso, sulla costruzione del nuovo ospedale di Cremona, accettando le inevitabili reazioni negative di una parte minoritaria della cittadinanza che invece chiedeva la riqualificazione della vecchia struttura. Presentato a fine 2023, il progetto proposto dallo studio di architettura di Mario Cucinella nel corso del 2024 ha mosso i primi passi e nell’anno che sta arrivando sarà finalmente operativo con la progettazione definitiva e l’aggiudicazione degli appalti.
Coraggio è stato puntare su Cremona città universitaria, che la prossima primavera si arricchirà di un nuovo gioiello, la sede del Politecnico di Milano nell’ex caserma Manfredini grazie alla Fondazione Arvedi Buschini. Un nuovo centro di alta formazione dopo quello della Cattolica nell’ex convento di Santa Monica. A lavori finiti la potenzialità di accoglienza di studenti è destinata a raddoppiare, passando dagli attuali circa 2.300 a più di quattromila unità. Una città che invecchia e dove si fanno sempre meno figli, in certe sue componenti non vede troppo di buon occhio l’arrivo di tanti giovani che ne possono turbare i sonnacchiosi equilibri. Ma la loro presenza è l’unica possibilità di infondere nuove energie e competenze. Toccherà poi alla città e al suo territorio fare in modo che i molti ragazzi venuti da fuori possano scegliere di restare a vivere qui. Alle imprese, sempre più affamate di nuove forze ricche di conoscenza, il compito di completare la scommessa offrendo occasioni di crescita professionale con condizioni economiche e di vita adeguate. Un buon viatico è rappresentato, in questo senso, dal corso Its Automazione e innovazione per la transizione ecologica, per il conseguimento del Diploma europeo di tecnico superiore per i sistemi meccatronici: tutti i diplomati, anche i non cremonesi, sono stati assunti nelle aziende che li hanno ospitati durante il tirocinio formativo.
Progettare e costruire il futuro non significa cancellare quanto di buono porta in dote il passato. A Crema, per esempio, è stato presentato a novembre il nuovo corso Ifts per organari, appartenente all’Its Academy di Cremona, promosso dall’associazione Libera Artigiani di Crema, pensato per proteggere la tradizione, innovare la formazione e mantenere salda la nobile arte artigianale organaria facendo tornare i ragazzi in ‘bottega’ e coinvolgendo docenti e studenti da tutta Europa. Se la città saprà farli innamorare di sé, certamente resteranno portando rinnovata vitalità all’intero territorio dando nuova linfa a un’arte made in Crema.
Il 2024 si è chiuso con un gran regalo di Santa Lucia non solo per i cremaschi, ma per la viabilità dell’intero territorio provinciale: il sottopasso di via Stazione, opera attesa da 60 anni, grazie alla quale viene finalmente mandato in pensione il passaggio a livello di viale di Santa Maria, fin qui imbuto per tutti coloro che in auto sono diretti verso la bergamasca e, in particolare, verso l’aeroporto di Orio al Serio. La fine di un cantiere durato 45 mesi (invece che 14) costato oltre 10 milioni (il doppio del previsto).
Per un nodo della viabilità risolto, ne restano altri. Se vogliamo che il 2025 abbia un obiettivo, è necessario puntare il faro proprio sulle infrastrutture, anello debole della catena economica e sociale dell’intera provincia. Le partite ancora aperte sono molte. A partire da quella dell’autostrada Cremona-Mantova, considerata essenziale dal sistema delle imprese, sulla quale finalmente sembra esserci la dovuta attenzione anche a livello governativo.
Analogo il discorso sulla fine dei lavori per il raddoppio della Paullese con il nuovo ponte di Spino d’Adda. Altri viadotti della provincia devono essere interessati da lavori di sistemazione. Potrebbe essere anche l’anno buono per il riconoscimento del Porto di Cremona come zona logistica semplificata e il conseguente avvio di opere di valorizzazione. Questo possiamo chiedere all’anno in arrivo. Nella consapevolezza che ci vuole il coraggio del fare e che, soprattutto, senza strade, ferrovie o vie d’acqua appropriate non si va da nessuna parte.
Coraggio Cremona è dunque l’auspicio che possiamo farci, assieme agli auguri di buon 2025 a tutti i nostri lettori e alle loro famiglie.
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