L'ANALISI
26 Dicembre 2024 - 17:05
I radicali con Sessa e Della Giovanna. Alla visita hanno preso parte anche Portesani e Pizzetti
CREMONA - Sono 576 i detenuti nel carcere di Ca’ del Ferro contro una capienza di 396 di ‘posti regolari’, con un tasso di affollamento del 145%. «Non siamo al superamento dei parametri stabiliti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo con sentenza Torreggiani, ma certamente in una situazione di sovraffollamento in cui in alcuni padiglioni si sono dovuti aggiungere posti letto».
Lo spiega, Vittoria Loffi, radicale eletta in Consiglio comunale per il Pd, dopo la visita ispettiva in carcere compiuta il 24 da una delegazione dell’Associazione Radicale Fabiano Antoniani insieme all’assessora al Welfare Marina Della Giovanna, al presidente del Consiglio comunale di Cremona Luciano Pizzetti, ai consiglieri comunali Alessandro Portesani ed Eleonora Sessa, oltre che al sindaco di Capralba Damiano Cattaneo e al vice sindaco di Casaletto Vaprio, Edoardo Vola.
«I 576 detenuti — spiega Loffi — si dividono quasi a metà fra italiani (273) e stranieri. Ci sono 78 giovani adulti, con un età compresa fra 18 e 25 anni, di cui 21 con condanna definitiva. E sono 150 i carcerati seguiti dal Serd». Il tema della salute mentale è uno dei problemi emersi durante la visita: tanti i casi di autolesionismo e questa estate si è verificato un suicidio. Poi il nodo del lavoro e della formazione professionale e della carenza di personale della Polizia penitenziaria. «In carcere — spiega Loffi — i detenuti sono seguiti da uno psichiatra, tre psicologi a cui se ne aggiunge un quarto del Serd». Il tema del lavoro «è stato sottolineato molto anche dalla Polizia penitenziaria perché — spiega Loffi — più lavoro c’è e più si abbassa la recidiva».
Ma il tema si intreccia con quello della carenza di personale: «C’è un agente ogni quattro detenuti con una ricaduta sul lavoro esterno. Sono solo 8 i carcerati che effettuano questi percorsi. Tante le attività di risocializzazione ed educazione, ma manca un po’ di più la parte di formazione pratica con l’ottica di inserimento lavorativo. Serve su questo una cooperazione con il territorio per trovare sbocchi lavorativi che non siano solo quelli nelle cooperative sociali».
«I numeri della Casa Circondariale di Cremona — spiegano i Radicali — sono problematici e non sono che lo specchio di una situazione nazionale che difficilmente propone soluzioni a un sovraffollamento intollerabile, tanto per i detenuti quanto per la polizia penitenziaria e il personale con il compito di risocializzare il reo. La visita ispettiva annuale è parte di un percorso che, come Associazione, portiamo avanti convintamente, per portare Istituzioni e cittadinanza alla scoperta di un microcosmo alle porte della città».
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