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TORRE DE' PICENARDI

L'ultimo saluto a suor Emilia Varini, pilastro di fede e carità

La religiosa, scomparsa a 86 anni dopo un incidente, è stata ricordata durante i funerali dal vescovo Napolioni e da tutta la comunità. Per oltre 30 anni ha servito malati, anziani e bisognosi con dedizione instancabile e amore concreto

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

26 Dicembre 2024 - 13:30

L'ultimo saluto a suor Emilia Varini, pilastro di fede e carità

TORRE DE’ PICENARDI - «Ha servito senza timore. Doveva morire così, sulla breccia, di corsa, dandosi da fare per gli altri, per i poveri, per la comunità». Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni, affiancato dal parroco don Claudio Rossi e dal vicario zonale don Antonio Pezzetti, con tutti i sacerdoti torrigiani, la Vigilia di Natale, ha introdotto i funerali di suor Emilia Varini, della Congregazione delle Figlie di San Camillo, scomparsa a 86 anni, a distanza di alcuni giorni dall’incidente stradale che l’ha vista coinvolta a Cingia de’ Botti. L’ha fatto nella chiesa parrocchiale stracolma di gente. «Se c’è il vescovo è perché suor Emilia ha avuto amore per i preti». Alla religiosa era giunto anche un messaggio augurale da Papa Francesco, informato del sinistro, attraverso il cardinale Pietro Parolini, segretario del Pontefice.

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L’omelia è stata affidata a don Franco Vitali, che a novembre del 1994 giunse come parroco a Torre proprio insieme a suor Emilia. «Casa Padre Pio gradualmente divenne casa sua e casa di tutti, punto di riferimento soprattutto per gli anziani, persone sole e ammalate. Preti e suore si sono avvicendati, suor Emilia è sempre rimasta. Quante belle celebrazioni insieme. Suor Emilia divenne un po' alla volta amica, sorella, provvidenza per tutti, tanto da meritarsi nel 2015 il riconoscimento di Torrigiana dell'Anno. Una delle poche persone non native di Torre che, come si dice in senso metaforico, “ha bevuto l'acqua della fossa”. Di carattere forte e a volte spigolosa, ma dal cuore immenso».

Il sindaco Marcello Volpi ha ricordato di suor Emilia «la dedizione, la sua fede e il suo impegno per 30 anni, un punto di riferimento per il nostro amato paese, una guida spirituale e un'amica sempre pronta ad ascoltare e offrire con forza il segno concreto nei momenti di difficoltà a chi avesse bisogno. Con il suo lavoro generoso e instancabile ha dimostrato quanto si possa fare per il prossimo, anche con tanti diversi gesti quotidiani. Quella che ci lascia è un'eredità importante, che ci sprona a essere migliori e a lavorare per il bene comune ogni giorno, come lei ha sempre fatto».

Madre Zélia Andrighetti, ottava Superiora Generale delle Figlie di San Camillo, ha ricordato che suor Emilia ha vissuto in pienezza il carisma camilliano ed è stata testimonianza per tutti: «Ti sei occupata instancabilmente delle visite di malati e anziani, nel provvedere a richieste per studi medici e visite nella nostra casa di cura e hai organizzato innumerevoli appuntamenti al cup. Quante volte alla guida del tuo pulmino hai accompagnato chi aveva bisogno di aiuto». Madre Zélia ha ricordato il «grandissimo amore per le missioni» di suor Emilia. «Con il tuo aiuto tanti malati e poveri sono stati beneficiati, grazie anche a tante persone generose di questo paese». Una donna «forte, intrepida, coraggiosa, decisa, molto determinata, ma allo stesso tempo molto sensibile. Era un gigante della carità operosa».

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