L'ANALISI
20 Dicembre 2024 - 19:49
Il direttore amministrativo Gianluca Leggio, il direttore generale Ezio Belleri, il direttore sanitario Francesco Reitano e il direttore socio sanitario Angelo Garavaglia
CREMONA - «Certe volte passa una narrazione per cui nella sanità pubblica va tutto male. Quello che invece vogliamo comunicare ai cittadini è quel che noi vediamo ogni giorno in corsia: sia sul fronte dell’attività di ricovero, che di quella specialistica ambulatoriale, abbiamo riscontrato un aumento importante».
Negli uffici della dirigenza dell’Asst, il direttore generale Ezio Belleri, affiancato da Gianluca Leggio (direttore amministrativo), Francesco Reitano (direttore sanitario) e Angelo Garavaglia (direttore socio sanitario), ha illustrato i dati del primo report ‘È tempo di bilanci’. L’iniziativa nasce nel solco dell’impegno sempre maggiore che la direzione aziendale sta approfondendo nella comunicazione con il pubblico, «per restituire un dato di realtà in tempi in cui le informazioni sono spesso caotiche».
E se le prestazioni generali aumentano, passando dalle 2.240.933 dello scorso anno alle 2.330.192 dei primi undici mesi del 2024, crescono anche le dimissioni che passano nel territorio dell’Asst (composto dal Maggiore e dall’Oglio Po): 18.556 rispetto a 17.961.
Segno di una macchina sanitaria che risulta non soltanto operativa ma sempre più ricettiva. In questo uno degli ambiti di maggior interesse è quello della sanità territoriale: «Siamo andando verso un incremento da tutti i punti di vista: un obiettivo in questo senso è quello di integrare la componente territoriale con quella ospedaliera cercando di mettere a fattor comune la componente socio sanitaria».
L’investimento fondamentale, in quell’ottica, è quello fatto sul personale: nell’ultimo anno l’Asst è arricchita di oltre un centinaio di nuovi dipendenti arrivando a quota 2.622, distribuiti tra Cremona (1955), Oglio Po (412) e i servizi attivi sul territorio (193). «Se poi – prosegue Belleri – ai lavoratori dipendenti si aggiunge tutto il mondo del lavoro che gravita intorno ai nosocomi si arriva a superare i quattromila addetti».
Assunzioni che, tuttavia, rappresentano uno dei nodi più difficili da sciogliere per l’azienda socio sanitaria: «Ci troviamo per la prima volta in una situazione paradossale: abbiamo lavorato duramente per intercettare le risorse di cui avevamo bisogno ma ora manca il personale da assumere».
Tra i fattori che contribuiscono a determinare questa discrepanza si conta, oltre alla tendenza nazionale che rende le professioni infermieristiche sempre più difficili da reperire, le condizioni contrattuali di lavoratori e lavoratrici della sanità pubblica: «I nostri livelli salariali sono regolati dal contratto nazionale e tante volte non risultano competitivi con il privato. Su questo bisogna lavorare anche approfondendo la collaborazione già in essere con università e centri di formazione».
Intanto, ad oggi sono oltre 100 gli specializzandi che si stanno formando in corsia. E sulla formazione si punta anche dopo l’assunzione: «Non è immediato entrare nel meccanismo di lavoro di un ospedale, serve un periodo di formazione che non è né breve né semplice ma ci garantisce un servizio di qualità».
Anche sul fronte sempre caldo del Pronto soccorso i dati parlano di un aumento di ingressi e prestazioni: se la crescita di ingressi è significativa (da 66.529 a 70.842), ancor più notevole risulta il numero di prestazioni, che salgono del 10% passando da 922.864 a 1.021.105. «Certo il Pronto soccorso è un punto di riferimento per la comunità – spiega il direttore socio sanitario Garavaglia –: il nostro impegno è quello di investire in prevenzione e intercettare il cittadino prima che questo si rivolga al Pronto soccorso».
Sotto la lente dei tecnici dell’Asst ci sono in particolare i pazienti cronici, affetti da una o più patologie per cui visite e accertamenti in ospedale sono necessari anche più volte all’anno: «Con i codici della centrale operativa territoriale e il percorso iniziato con le case di comunità siamo riusciti a individuare un migliaio di questi frequent user e integrarli in percorsi di assistenza alternativi. Questo per evitare che si presentino in pronto soccorso con il rischio di pesare sul servizio, allungare i tempi di presa in carico e rischiare scompensi ulteriori».
È il principio, su cui la direzione di Asst punta molto, dell’aderenza terapeutica: «Per un paziente cui viene prescritta una terapia la continuità è fondamentale, altrimenti i problemi che lo portano in ospedale, oltre che ripresentarsi, finiscono per complicarsi in maniera del tutto controproducente».
Centrale il focus sulla comunicazione della necessità della prevenzione e un esempio viene dalle campagne vaccinali: «Hanno dato risultati eccellenti – conclude Belleri – sia nella fascia anziani sia nell’età pediatrica, passando da 52.092 a 53.202. Un aumento moderato ma in controtendenza con altri territori dove si fa fronte a una decrescita».
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