L'ANALISI
21 Dicembre 2024 - 05:15
Il carcere di Cremona in via Cà del Ferro
CREMONA - Resta pesante la situazione all’interno della casa circondariale di Cà del Ferro: i numeri lo confermano in maniera incontrovertibile.
Sulla base dei dati forniti dal Ministero della Giustizia, elaborati dall’analista indipendente Marco Della Stella in una piattaforma che aggiorna costantemente la situazione, sulla base dei 394 ‘posti regolari’, dai quali vanno sottratti i 10 posti al momento non disponibili, Cà del Ferro deve fare i conti con la presenza di 580 detenuti, con un tasso di affollamento pari al 151%, decisamente più elevato (di quasi venti punti percentuali) rispetto alla media nazionale. Nel complesso tutte le carceri della Lombardia presenta un tasso di sovraffollamento del 169%. Al 9 dicembre scorso in Italia erano 62.283 le persone detenute a fronte di una capienza ufficiale di 51.165 posti. Di questi, però, 4.478 posti non sono disponibili. Il tasso di affollamento è quindi del 133,405%. Durante la scorsa estate era risultato inferiore, poco sotto il 130%. A fronte di questo scenario, i primi a scender in campo per tentare di invertire la rotta, sono, ancora una volta, i radicali.
«Di fronte al silenzio delle istituzioni, ad agosto scorso l’Associazione Luca Coscioni ha diffidato le 102 Asl competenti per la salute nelle 189 carceri italiane per chiedere loro di adempiere al ruolo, previsto per legge, di fornitrici di servizi socio-sanitari e di monitoraggio delle condizioni degli istituti - si legge nella nota diffusa ieri -. Le diffide ricordavano che ‘la responsabilità per la mancata applicazione e/o i ritardi nell’attuazione delle misure previste per lo svolgimento dell’assistenza sanitaria penitenziaria sono imputabili al direttore Generale della Asl’».
«Meno della metà delle Aziende sanitarie ha risposto - ricorda Marco Perduca, che coordina l’iniziativa -. Abbiamo quindi deciso di procedere con delle richieste di accesso agli atti per ottenere le relazioni delle visite in carcere e pubblicizzato la possibilità di condividere in modo sicuro e anonimo critiche relative al diritto alla salute in carcere sul sito FreedomLeaks.org».
Ecco i punti salienti delle 102 diffide.
«La denuncia partecipativa anonima - spiega Andrea Andreoli, anch’egli dell’Associazione Luca Coscioni, che ha sviluppato il sito FreedomLeaks.org - si rivolge a chi, perché parente, volontario, assistente sociale, educatore, formatore o difensore, oppure dipendente delle Asl o dell'amministrazione penitenziaria, entra negli istituti di pena».
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