L'ANALISI
13 Dicembre 2024 - 05:15
CASALMAGGIORE - Giuseppe Boles, per tutti Giupi, non è solo istrionico. È un artista instancabile, capace di imprimere il suo tocco in ogni progetto. Nei giorni scorsi ha portato il suo talento sul palco del Teatro Valli di Reggio Emilia, durante “Marabù Glory Days”, una serata evento a sostegno del MIRE, il nuovo dipartimento materno-infantile dell’Arcispedale Santa Maria Nuova.
Davanti a un pubblico di oltre mille persone, Boles ha recitato un monologo scritto da lui, un omaggio nostalgico agli anni d’oro delle discoteche, con il Marabù come simbolo di un’epoca di libertà e trasformazione. «La discoteca non era solo luci e musica a tutto volume», ha detto. «Era un luogo dove diventavamo chi volevamo essere, uno spazio che accendeva il nostro io più autentico».
Il Marabù, storico baluardo del divertimento emiliano, ha rappresentato per generazioni un tempio di evasione e speranza. Con la sua voce calda e il suo stile inconfondibile, Boles ha fatto rivivere la magia di quelle serate uniche, suscitando emozione e gratitudine nel pubblico. «Abbiamo un debito con quei luoghi – ha ricordato – perché molti dei nostri ricordi più belli nascono lì».
La serata, conclusa con una jam session di grandi successi, ha anche avuto uno scopo benefico, raccogliendo fondi per il futuro del MIRE. Boles, con la sua capacità di mescolare memoria e riflessione, ha dato forma a un evento che non è stato solo spettacolo, ma anche un viaggio collettivo nella memoria.
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