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SONCINO. MORTE BIANCA

Ruspe ferme, cantiere sequestrato

Sigilli dopo l’infortunio mortale: inchiesta aperta. Fabemoli: «Attendiamo disposizioni»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

07 Dicembre 2024 - 05:15

Ruspe ferme, cantiere sequestrato

SONCINO - Giuseppe Bolognini, operaio bergamasco di 58 anni che stava lavorando alla costruzione del nuovo polo scolastico di via Merini, è stato schiacciato giovedì mattina da un mezzo pesante che si è inclinato ed è morto sul colpo. Adesso il cantiere è off-limits e arrivano i sigilli: «L’area dei lavori è sotto sequestro e a disposizione dell’Ats. Come Comune attenderemo le disposizioni del magistrato», ha infatti confermato ieri il vicesindaco Fabio Fabemoli. E, seppure la dinamica ricostruita dai carabinieri sia parsa chiara sin dal primo momento, confermando la pista della tragica fatalità, è ora probabile che ruspe e gru dovranno restare ferme per un lasso di tempo non brevissimo. Questo non dovrebbe comunque compromettere del tutto i piani di piazza Garibaldi che, rispetto ai tempi limite imposti dal Pnrr per chiudere la pratica asilo, era in anticipo di un anno sulla tabella di marcia.

«Siamo un piccolo paese e ci conosciamo tutti. Giuseppe era una persona seria e ben voluta. Quanto accaduto mi ha lasciato letteralmente di sasso». Queste le parole di Mauro Barelli, sindaco di Pumenengo, la città in cui viveva la vittima: «La perdita di persone che muoiono sul posto di lavoro è insopportabile – ha aggiunto–. Perché non si riesce a debellare questa piaga?».

Nel paese bergamasco a due passi dal borgo medievale è stato dichiarato il lutto cittadino. Intanto a Soncino è calato un silenzio irreale. Via Galantino (di cui la Merini è traversa, parallela al corso del naviglio) era tornata da pochi giorni a essere animata da un viavai continuo di mezzi dopo uno stop lunghissimo, partito addirittura sul finire dell’estate. Adesso, inutile dirlo, si impone un nuovo blocco. Difficile sapere sin da subito quanto tempo ci vorrà per chiudere il fascicolo ma è probabile che l’ispettorato del lavoro concluda le indagini a stretto giro, avendo già quasi tutti gli elementi a disposizione. Diversa è la questione del ‘dopo-sigilli’. Ora non resta insomma che aspettare.

La situazione è, in definitiva, certamente complicata. Però mamme e papà della cittadina e dei Comuni vicini possono stare tranquilli: la scuola si farà comunque. Come detto, nonostante la lunga pausa autunnale, il municipio e la direzione lavori contavano di poter già chiudere la partita a giugno 2025, cioè con 12 mesi d’anticipo rispetto ai criteri imposti dal Piano nazionale con cui è stato co-finanziato il progetto da due milioni di euro e che vedrà sorgere una scuola unica (materna e infanzia) da 70 banchi. Questo significa che un ritardo sulla tabella di marcia è comunque gestibile e accettabile. Anche perché, dettaglio da non sottovalutare, l’amministrazione potrà utilizzare questo stop per pianificare nel frattempo il trasferimento dei bambini dal vecchio nido, quello di via Damiano Chiesa, studiandone le tempistiche.

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