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PROVINCIA DI CREMONA

Peculato, falso, riciclaggio e autoriciclaggio: operazione in corso della Guardia di Finanza

Decreto di sequestro preventivo del valore di 400mila euro nei confronti di 4 soggetti indagati

La Provincia Redazione

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02 Dicembre 2024 - 10:52

Peculato, falso, riciclaggio e autoriciclaggio: operazione in corso della Guardia di Finanza

CREMONA - Nella mattinata odierna, i finanzieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 400.000 euro. L’operazione, condotta nelle province di Bari, Torino, Cremona e Lodi, è stata autorizzata dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica.

GLI INDAGATI E LE ACCUSE

Le persone coinvolte sono indagate, in concorso tra loro e a vario titolo, per reati gravi tra cui peculato, falso ideologico, ricettazione, riciclaggio, reimpiego di beni di provenienza illecita e autoriciclaggio. Va sottolineato che queste accuse si collocano nella fase preliminare delle indagini, e l’effettiva responsabilità dovrà essere accertata nel corso del processo.

"UTILIZZO IMPROPRIO DI DENARO PUBBLICO"

L’operazione è il risultato di una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Bari e affidata al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza. Le indagini hanno rivelato un uso anomalo e massiccio di una carta di credito ricaricabile assegnata per ragioni d’ufficio al Dirigente Generale ad interim dell’Agenzia Regionale del Turismo della Regione Puglia, deceduto nel frattempo.

COME VENIVANO DISTOLTI I FONDI

Secondo gli investigatori, dal 2017 al 2021 i due dirigenti pubblici coinvolti avrebbero sistematicamente distratto denaro pubblico attraverso una serie di operazioni illecite:

  • Ricariche di carte di credito: fondi pubblici venivano dirottati da conti di tesoreria per ricaricare una carta di credito usata per spese personali, inclusi viaggi e acquisti di attrezzature per la ristorazione.
  • Mandati di pagamento anomali: oltre 160 mandati recavano causali fittizie, senza alcun documento giustificativo o riscontro negli archivi dell’Ente.
  • Trasferimenti a familiari: i familiari del dirigente avrebbero ricevuto somme di denaro consapevoli della provenienza illecita, contribuendo a “ripulirle” e a reimpiegarle in attività di ristorazione.

IL SEQUESTRO E LE PROVE RACCOLTE

L’analisi degli estratti conto ha messo in luce un “metodo” sistematico di appropriazione dei fondi, supportato da documentazione falsa per mascherare le operazioni. Questo modus operandi ha portato il Gip a emettere un decreto di sequestro preventivo per un valore equivalente al profitto dei reati contestati.

La Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Bari ribadiscono il loro impegno nella lotta ai reati contro la Pubblica Amministrazione, sottolineando che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari. Le persone coinvolte non sono state ancora rinviate a giudizio né condannate.

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