L'ANALISI
16 Novembre 2024 - 20:14
Mario Giuliacci con Camilla Cervi
CREMA - «Il peggio è ancora dietro». Così Mario Giuliacci, meteorologo noto per le apparizioni televisive e scienziato esperto dei cambiamenti climatici, ha descritto la situazione attuale nell’incontro che si è svolto in una gremitissima sala Pietro da Cemmo.
Un appuntamento organizzato dall’associazione culturale Ipazia con la presidente Camilla Cervi nelle vesti di intervistatrice. «Il calore sul pianeta sta aumentando e non è colpa nè del sole nè degli alieni», ha esordito. «Se non ci diamo una regolata con lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento del livello degli oceani, non solo Milano Marittima o Venezia potrebbero scomparire tra vent’anni, ma anche tutte le coste balneari e lì ci stanno miliardi di persone», ha aggiunto il relatore.
Sul banco degli imputati non deve finire la gente comune che «non può fare molto», quanto i grandi decisori del mondo siglano accordi. I principali produttori e consumatori di petrolio, infatti, non hanno ratificato i negoziati di Parigi invalidando un percorso dal quale si stanno sfilando un po’ tutti tranne l’Europa. «Siamo gli unici a fare qualcosa, anche se ha poco senso quando gli altri non partecipano», ha detto Giuliacci.
E aggiunto: «Vorrà dire che saremo i primi ad avercela questa tecnologia pulita». Non ha mai smesso di incalzare il pubblico con domande, battute, provocazioni fino alla «speranza per le giovani generazioni». E il brusio in sala è salito quando ha pronunciato la parola: «Il nucleare, che solo a dirlo fa paura ma che è la vera salvezza». L’energia così ottenuta — a suo avviso — rappresenta il punto d’approdo, il solo che «possa instaurare una democrazia energetica» anche se, ha concluso lo scienziato, «se ci fosse un referendum, oggi il nucleare perderebbe ancora ma solo perché in Italia, quando si discute d’ambiente, prevalgono gli urlatori e non chi ha studiato fisica, chimica o geologia».
Un dibattito, quello sulle questioni energetiche, mai sereno o del tutto consapevole secondo Giuliacci, proprio per la disinformazione che molto spesso si associa alla miopia ideologica. «Abbiamo detto no al nucleare e la Francia ha costruito sei centrali al di là delle Alpi, con i venti che tirano verso est. Se succede qualcosa, ci rimettiamo pure noi, ma siccome siamo più bravi degli altri, noi di reattori non ne abbiamo più». La colpa, a suo avviso, è anche e soprattutto della politica: «Se difendi le foreste ti votano». La complessità della materia, che richiede una «solida preparazione scientifica per essere affrontata con un minimo di senno», è anche alla base delle iniziative dell’associazione Ipazia. «Il nostro scopo — ha detto la presidente Cervi — è sviluppare interesse e conoscenza verso tematiche che necessitano di una mediazione e un approccio più semplice, per essere comprese dal grande pubblico».
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