L'ANALISI
14 Novembre 2024 - 11:01
CREMONA - Mense scolastiche: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mangiare. Un gruppo di genitori cremonesi si mette a disposizione per misurare l’effettiva soddisfazione del servizio mensa da parte degli utenti; è già in circolazione un questionario di valutazione allo scopo di scattare una fotografia dettagliata e oggettiva della situazione.
Nasce il Comitato Genitori Mensa Cremona, gruppo spontaneo di cittadini che ha l’obiettivo di contribuire attivamente al miglioramento del servizio mensa nelle scuole di Cremona. L’iniziativa parte dall’esigenza di dare una forma più concreta, collettiva e strutturata alle segnalazioni, richieste e riscontri raccolti tra i genitori negli anni, in sedi formali e informali, sul livello di soddisfazione dell’utenza, e farsene portavoce nel dialogo con il Comune.
Con un questionario creato appositamente, il Comitato sta raccogliendo dati sul consumo reale dei piatti del menu proposto dalla mensa cremonese, indagando nel dettaglio i motivi per cui le portate non consumate non incontrano il favore degli utenti; tra i possibili fattori riscontrati, aspetti legati alle modalità di preparazione dei pasti – il menu paga purtroppo lo scotto della rigenerazione, che impatta sulle caratteristiche organolettiche dell’alimento – altri legati alla composizione del menu, oltre a quelli derivanti dalle abitudini alimentari delle famiglie, approfonditi dal questionario con lo scopo di andare oltre ogni lettura semplicistica secondo cui i bambini non mangiano determinati piatti perché troppo schizzinosi o non abituati a consumare alimenti sani.
Con questa iniziativa, il Comitato intende accettare in modo concreto l’invito del Comune a creare una sinergia con le famiglie nel campo dell’educazione alimentare; proprio perché il ruolo centrale di un’alimentazione consapevole è indiscutibile, alla consapevolezza nelle scelte alimentari va affiancata la consapevolezza di cosa funzioni e cosa no nelle mense scolastiche, valutandone l’efficacia reale nel promuovere l’educazione alimentare tra i banchi di scuola.
Il Comune è stato informato dell’iniziativa nella giornata di lunedì, reagendo prontamente sulle pagine della Provincia con un articolo dedicato alla validità del menu dal punto di vista dell’equilibrio nutrizionale. Il Comitato è lieto che il Comune voglia mettere in risalto l’argomento alimentazione a scuola, confidando che la stessa attenzione dedicata ai premi del settore verrà rivolta anche a quanto emerso dalla consultazione diretta dei genitori.
Di fatto, per una fotografia attendibile della situazione, ai ripetuti riconoscimenti ottenuti dalle mense di Cremona per la ‘teoria’ dell’alimentazione (le caratteristiche nutrizionali del menu) va aggiunta una valutazione e misurazione pratica fondata sul feedback diretto degli utenti e la rilevazione di criticità, punti di forza e aspetti migliorabili, sul modello di quanto già attuato in altre regioni e città per combattere in modo tangibile lo spreco alimentare, su cui la scuola è da sempre attiva con progetti di classe.
Inaccettabile dal punto di vista etico, lo spreco dei piatti preparati a mensa risulta infatti ‘difficile da digerire’ anche per l’impatto che il costo dei pasti ha sulle tasche delle famiglie; il servizio mensa è obbligatorio ed è pertanto necessario assicurarsi che ciò per cui gli utenti pagano non finisca direttamente nel cestino. Il valore nutrizionale di un piatto buttato è pari a zero.
In merito commenta l’assessore all’Istruzione, Roberta Mozzi: «Siamo pronti all’ascolto e al dialogo con il nuovo comitato — afferma —. L’amministrazione mette in campo regolarmente attività di monitoraggio e di raccolta dati sulla soddisfazione del servizio e ogni volta otteniamo consensi importanti, nonché riconoscimenti a livello nazionale. Sul gradimento dei menù messi in atto bisogna tenere conto anche delle abitudini domestiche e dell’obiettivo che il servizio pubblico si pone nel proporre pasti. Si tratta di menu concordati con l’Ats Val Padana, menu che tengono conto delle necessità nutrizionali dei bambini che non necessariamente coincidono con le abitudini quotidiane o domestiche».
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