L'ANALISI
26 Ottobre 2024 - 08:53
CREMONA - È boom di aperture delle strutture extra-alberghiere in città: durante i primi otto mesi del 2024 l’incremento è stato del 20% rispetto al dicembre 2023, si è passati da 1.709 posti letto a 1.800 e la permanenza si attesa su 3,3 notti.
Per quanto riguarda le strutture alberghiere, si è avuto un incremento di presenze pari all’11,3% nei primi otto mesi dell’anno in corso e la permanenza media è stata di 2,9 notti, un dato in linea con quello delle città d’arte simili a Cremona. E se il 78% delle presenze negli hotel è italiano, la sorpresa arriva analizzando il dato di B&B e affitti brevi, preferiti dagli stranieri che rappresentano il 57,6% di arrivi su base annuale (+3,7% rispetto allo stesso periodo 2023) con punte di oltre 80% nei mesi di luglio, agosto e settembre. Sono i dati raccolti dall’Osservatorio del Turismo Cremonese, che monitora la ricettività di Cremona e la sua attrattività turistica.
«A livello previsionale, per il trimestre ottobre-dicembre, rispetto allo stesso periodo ‘23, a tutt’oggi risulta un’occupazione del +11% nel comparto alberghiero e del +15% nell’extra-alberghiero — osserva l’assessore al Turismo, Luca Burgazzi —. L’analisi combinata porta a stimare prudenzialmente per il 2024 un +10% di presenze turistiche rispetto all’anno precedente. Si tratta di dati positivi, ma forse sarà necessario guardare oltre il segno più e capire quali effetti possono avere».
Il ragionamento di Burgazzi guarda al rapporto fra città a dimensione turistica e città a misura di cittadini: «Naturalmente non siamo ai livelli delle grandi città d’arte — spiega l’assessore —. Ma certo il boom di aperture di case vacanze e B&B, ovvero dell’articolato universo dell’extra-alberghiero, sta portando a una sempre maggiore difficoltà nel trovare casa per i cittadini, piuttosto che per gli studenti. L’aumento dei prezzi e la mancanza di sistemazioni abitative per la quotidianità comincia a farsi sentire, insieme alla necessità di non improvvisarsi addetti alla ricettività. Questa attenzione è finalizzata a non trasformare i turisti da opportunità di crescita per la città a fastidio. Non siamo Venezia o Firenze, ma bisogna prestare attenzione agli equilibri fra chi qui ci viene e chi ci abita».
Se oggi i turisti — e in questo caso si parla solo di chi pernotta — sono plasticamente visibili, c’è da considerare un aspetto: «In questi anni post pandemici c’è stato un incremento importante, si è raccolto il frutto della promozione di Cremona città della musica — continua —. È un trend positivo che prima o poi avrà una sua stabilizzazione. Per questo motivo credo sia importante non sacrificare le necessità quotidiane, come gli affitti per i cittadini e gli studenti, ma anche tutelare chi investe nella ricettività, mettendo in atto una formazione che permetta di mantenere la qualità medio alta. Che non a caso sta coinvolgendo particolarmente gli stranieri che preferiscono l’extra-alberghiero agli hotel tradizionali, anche a fronte di pezzi più alti».
E tutto questo, per Burgazzi risponde a una sola domanda: che tipo di turismo vogliamo. «Il turista che si ferma è un visitatore interessato alle bellezze d’arte, alla musica e alle iniziative culturali — spiega —. È un aspetto di cui tener conto. Si tratta anche di un turista attento alla qualità dell’ospitalità e alla possibilità di passare un fine settimana in una città unica, che piace proprio per le sue peculiarità culturali e per l’alta qualità della vita. Penso al target del Festival Monteverdi, ad esempio. Sembra di poter immaginare meno quantità e più qualità delle presenze, meno mordi e fuggi e più stanzialità in occasione di iniziative legate alla musica, alla liuteria e alle bellezze artistiche. È questa la prospettiva che ci racconta il report dell’Osservatorio per il Turismo, una tendenza che può o potrebbe riguardare anche le iniziative solitamente legate a una presenza mordi e fuggi. Le prospettive di azione e sviluppo ci sono: ce lo dicono i dati quantitativi, che sono destinati ad assumere un valore fondante se li coniughiamo con la qualità».
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