L'ANALISI
26 Ottobre 2024 - 08:09
Arrigo Rizzetti, Gabriele Patrini, don Giovanni Terzi, Silverio Pezzotti e Gianni Rossoni
OFFANENGO - È stato l’ex assessore Arrigo Rizzetti ad avere l’idea e ci ha messo poco a convincere i tre sindaci coetanei Gianni Rossoni, Silverio Pezzotti e Gabriele Patrini che insieme hanno raggiunto la casa di riposo ‘Fondazione Maria Cabrini’ a Sant’Angelo Lodigiano dove è ospitato don Giovanni Terzi. Il sacerdote, che ha compiuto da poco 90 anni, alloggia nella parte della struttura riservata ai religiosi bisognosi di assistenza. Ma don Terzi, che è stato curato nell’oratorio offanenghese prima di svolgere altri incarichi nel territorio cremasco e di partire per una missione in Brasile dove è rimasto sedici anni, è in ottime condizioni di salute. Celebra la messa quotidiana, segue i fatti di attualità e non smette mai di approfondire le tematiche educative. Don Terzi è stato curato dal 1961 al 1971 diventando guida pastorale per i giovani e i ragazzi che frequentavano l’oratorio. Tra questi c’erano anche i tre primi cittadini che, tra elezioni vinte e i mandati al vertice dell’amministrazione comunale, rappresentano circa quarant’anni di storia offanenghese.
Nei giorni scorsi, complice il comune amico assessore, hanno partecipato alla spedizione che a tratti non poteva non colorarsi di aspetti nostalgici. «Ci siamo commossi — dice Rossoni —. Don Giovanni è stato per noi, e per tutti i giovani che hanno avuto la fortuna di incontrarlo, un vero educatore».
Continua il sindaco: «Un sacerdote che andava a fondo e non lasciava mai le cose in sospeso. Si interessava al nostro mondo. Le sue parole ancora oggi rappresentano un punto di riferimento. Aveva un grande cuore ma non accettava alibi o scuse. Ammirava l’impegno politico che interpretava cristianamente come un atto di servizio. Non credo sia una casualità che dal suo insegnamento sia nato, per noi tre, il desiderio di farci carico del bene comune».
I tre sindaci sono nati nello stesso anno e sono stati influenzati dalla figura del sacerdote tra i 12 e i 22 anni quando, continua Rossoni, «si costruisce davvero il carattere e la personalità di una persona». Tanti i ricordi di gioventù emersi attraverso una carrellata di volti, nomi e luoghi: «Era molto felice di vederci. Prima del saluto ci ha fatto dono di un libro. Poi ci ha lasciato con un consiglio tenendo lo sguardo paziente e fisso nei nostri occhi. Proprio come allora».
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