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CREMONA

Bimbo molestato, vicino di casa rinviato a giudizio

L’indagine nasce dalla querela presentata dalla madre il 17 aprile del 2023 ai carabinieri. Si tratta di un 52enne sposato e padre di tre figlie

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

24 Ottobre 2024 - 14:47

Bimbo molestato, vicino di casa rinviato a giudizio

CREMONA - Quando usciva a fare la spesa, per non lasciare il suo figlioletto in casa da solo, la mamma lo affidava al vicino di casa, 52 anni, sposato e padre di tre figlie. Glielo lasciava, perché si fidava della famiglia che abita nello stesso condominio. Ma «almeno in tre occasioni», l’uomo avrebbe abusato del bimbo, costringendolo a farsi masturbare. La prima, quando il piccolo aveva 6 anni e frequentava la prima elementare; la seconda quando era in seconda elementare e non aveva ancora compiuto i 7 anni; la terza il 10 aprile di un anno fa, quando il bambino aveva 10 anni, era in quarta elementare e si è «finalmente» confidato con la sua mamma, facendo emergere il presunto obbrobrio, tenuto sino a quel giorno nascosto, perché il vicino gli aveva «intimato di non dire nulla alla madre».

L’uomo è stato rinviato a giudizio dal gup per violenza sessuale aggravata per aver commesso gli abusi «profittando di circostanze di tempo, di luogo e di persona, anche in relazione all’età, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa». Nel processo chiesto dal pm, la mamma si è costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Vezzoni (nella foto qui sotto). L’udienza è fissata per il 10 dicembre prossimo. 

vezzoni

L’indagine nasce dalla querela presentata dalla madre il 17 aprile del 2023 ai carabinieri. «Come di consueto - ha spiegato — dovendo uscire di casa per alcune faccende, lunedì 10 aprile ho lasciato mio figlio ai miei vicini di casa. Solitamente, quando capita che io abbia da fare, lo lascio alla vicina, ma nelle ultime tre settimane lei è stata assente, perché è partita». Dopo circa mezz’ora, la madre è rincasata e si è ripresa il figlio. E in casa, il bimbo le ha raccontato «cosa è successo. In particolare — ha fatto verbalizzare la madre —, specifico che all’inizio in casa erano presenti le figlie (dell’imputato) e il loro zio (fratello dell’imputato). Ho capito subito che c’era qualcosa che non andava», perché «ho notato che era molto agitato ed impaurito, soprattutto era tutto rosso per la paura...». Il piccolo si è confidato, raccontando che il vicino gli avrebbe chiesto di toccargli le parti intime. La mamma gli ha chiesto di essere più preciso «nel tentativo di capire meglio». E il bimbo ha precisato, aggiungendo anche di «essersi lavato le mani 2-3 volte per cercare di togliersi le impurità dalle mani».

Raccolta la confidenza shock, la mamma è corsa dal vicino, «visibilmente alterato dall’alcol. Nel bel mezzo della discussione — ha scritto nella querela — lui poi ha cercato di scusarsi per l’accaduto, dicendo inoltre che non si sarebbe verificata più una cosa del genere. Ho anche dei file audio nella mia chat WhatsApp con il vicino, in cui lui ammette di averlo fatto e si scusa per l’accaduto». L’ ‘accaduto’: la mamma credeva che fosse successo solo quella volta. Invece, dall’indagine, dall’incidente probatorio (il piccolo è stato sentito in forma protetta), è emerso che negli anni passati il vicino (approfittando dell’assenza della moglie in casa) secondo l’accusa lo aveva già fatto altre due volte.

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