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Motonave ‘Verdi’ affondata, Pedrazzini: «Necessario fare chiarezza»

Il presidente del Consorzio Navigare l’Adda di Pizzighettone palesa i suoi dubbi scrivendo a Enel, poiché era già stato concordato un intervento di recupero dell’imbarcazione. L'Aziendachiarisce: "A noi non è imputabile nessuna responsabilità"

Elisa Calamari

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23 Ottobre 2024 - 17:18

Motonave ‘Verdi’ affondata, Pedrazzini: «Necessario fare chiarezza»

Il battello fotografato qualche istante prima che passasse la diga. Nel riquadro Carlo Pedrazzini

MONTICELLI - Anche se la motonave ‘Verdi’ è ormai irrecuperabile, perché affondata ieri a Isola Serafini, fare chiarezza su cosa sia realmente accaduto attorno alle 14.30 alla diga gestita da Enel Green Power è per Carlo Pedrazzini una priorità. Il presidente del Consorzio Navigare l’Adda di Pizzighettone, infatti, oltre al rammarico per la perdita economica da oltre 100mila euro, è più che perplesso. Soprattutto perché era già stato concordato un intervento di recupero dell’imbarcazione, a suo dire possibile senza troppe difficoltà.

Così oggi ha deciso di palesare i suoi dubbi direttamente ad Enel tramite una pec, inoltrata anche a ministeri e prefetture: «Mi preme sottolineare lo sconcerto per quanto accaduto. Già lunedì con i tecnici dell’Aipo e i vigili del fuoco si era convenuto di eseguire alcune manovre di apertura della paratoia numero 10 per fare defluire l’ammasso di tronchi presenti, per alleggerire la pressione esercitata sulla diga. Si era anche convenuto di rinviare al mattino seguente un nuovo sopralluogo alla presenza del Genio pontieri – ricostruisce Pedrazzini –. Il Genio pontieri si era riservato di formulare una proposta per il recupero dell’imbarcazione, nel frattempo avevo sentito personalmente un cavatore presente in zona, disponibile con i suoi mezzi: ci saremmo visti subito nel pomeriggio».

Secondo Pedrazzini durante il sopralluogo non erano emerse particolari criticità per l’incolumità della diga o della centrale: «Il livello era in leggero calo e nessun tronco scendeva più a valle. Il tronco incastrato sotto la paratia 9 non rendeva possibile la completa chiusura. Abbiamo lasciato l’impianto alle 12.30 con l’impegno a ritrovarci nel pomeriggio con il cavatore e i tecnici».

Poi la comunicazione di Enel: «Mi hanno riferito che il battello era transitato a valle – spiega –. Però ci era stato spiegato che la luce dove transitava l’acqua era di circa 1,80 metri e che la paratia ha una altezza di 6. Il battello galleggiava appoggiato alla traversa: come ha potuto transitare viste anche le dimensioni di 14x4 metri con altezza di circa 3? A meno che non si sia alzata la paratia per far transitare il battello, poi affondato».

Ad Enel chiede dunque di conoscere le dinamiche di manovra sulle paratie e la motivazione di una eventuale apertura. «Mi riservo di intraprendere ulteriori azioni – conclude – vista la grave perdita di uno strumento di lavoro».

LE PRECISAZIONI DI ENEL

Enel Green Power precisa che "nella mattina del 22 ottobre si è svolto, presso la diga di Isola Serafini, il sopralluogo congiunto di Genio Pontieri e Vigili del Fuoco di Piacenza, alla presenza del Gestore e del proprietario dell’imbarcazione, durante il quale sono state esaminate le condizioni operative per l’eventuale recupero dell’imbarcazione a monte dello sbarramento". E poi: "In attesa di ricevere conferma della fattibilità del recupero da parte del Genio Pontieri, intorno alle ore 14:30 l’imbarcazione è spontaneamente affondata ed è successivamente transitata a valle della diga. All’Azienda non è quindi imputabile nessuna responsabilità riguardo l’affondamento dell’imbarcazione".

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