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Nidec Fir, situazione di crisi: «Andremo anche dal prefetto»

Oggi assemblea dei sindacati con i dipendenti: «L’azienda sposta la produzione e chiude con 13 dipendenti»

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

17 Ottobre 2024 - 19:35

Nidec Fir, situazione di crisi: «Andremo anche dal prefetto»

Marco Cagnati, Elena De Salvo, Monica Azzini, Luca Bonali

CASALMAGGIORE - La situazione della Nidec Fir di Casalmaggiore continua a essere particolarmente complessa, come è emerso dall'assemblea di oggi con i sindacati. Al termine della riunione Marco Cagnati della Fiom-Cgil ha spiegato: «Purtroppo la situazione qui in Nidec Fir a Casalmaggiore è complicata. L'azienda ha deciso di trasferire a Pordenone oltre 40 dipendenti e, tra l'altro, ci comunica anche la sua intenzione di voler chiudere il settore Firmeccanica di via Vanoni e quindi chiudere il rapporto di lavoro con altre 13 persone, in quanto sembrerebbe che abbia trovato la possibilità di vendere la produzione che si trova qui in Fir via Vanoni».


Cagnati ha sottolineato che i sindacati stanno cercando di fare il possibile per evitare la chiusura e il trasferimento della produzione: «È naturale che noi stiamo facendo veramente di tutto, ci stiamo provando assolutamente con gli enti locali e domani avremo anche un incontro col prefetto per cercare di mantenere la produzione sul territorio. Anche perché è vero che c'è la possibilità, ad oggi, di avere aziende in grado di recuperare una parte della manodopera che verrebbe lasciata a casa, ma sappiamo di fatto che se chiude Fir perderemmo un pezzo importante di produzione e Casalmaggiore non se lo può permettere. Abbiamo fatto ieri un incontro con il sindaco. Loro si troveranno lunedì con l’azienda. Anche il sindaco ci ha detto che ci darà il massimo supporto per cercare di tenere questa azienda sul territorio».


Luca Bonali, operatore della Fim-Cisl Asse del Po ha ribadito l'importanza di mantenere i posti di lavoro in loco: «L'azienda ci ha comunicato la volontà di trasferire le 40 persone a Pordenone e i possibili 13 esuberi in caso di vendita di quella che una volta era la Tea. Il nostro obiettivo primario deve essere quello di mantenere l'occupazione sul territorio, cercando di tenere qui l'azienda e non perdere posti di lavoro, anche perché parliamo di una realtà storica per Casalmaggiore. Sarebbe anche una perdita culturale ma poi parliamo di 53 persone di cui una buona parte donne e persone comunque vicine alla pensione difficili da rioccupare senza un percorso adeguato e che invece hanno già una professionalità molto spinta nel settore dove opera la Fir, per cui sarebbe per noi l’ideale mantenere qui l’azienda. Siamo stati anche dal sindaco di Casalmaggiore e domani vedremo il prefetto. L'obiettivo è far aprire dei tavoli di confronto per fare in modo di tenere in contatto l’azienda con le istituzioni e trovare una soluzione congiunta per mantenere l'occupazione qua che è il nostro principale obbiettivo».


La trattativa è allo stato embrionale: «Il primo incontro è stato l’8 ottobre, il prossimo sarà martedì 22 e lì pensiamo già di snocciolare qualche proposta in più, avendo a quel punto parlato con il sindaco e con il prefetto e quindi avremo anche le idee più chiare sulle posizioni del territorio su questa vertenza».


Presenti all'incontro anche le rsu, Monica Azzini e Elena De Salvo (la terza, Marilena Rossi, era assente per ferie), che hanno descritto una situazione di grave sofferenza psicologica tra i lavoratori della Fir: «Non riescono a vedere un futuro, sono tutti preoccupatissimi. Ci sono famiglie intere che lavorano in via Roma e vedono una prospettiva incerta davanti a loro. Non passeremo un buon Natale, a meno che non si trovi una soluzione al più presto». Cagnati ha espresso la speranza che il prefetto possa «convocare un tavolo con tutte le parti interessate» per trovare una soluzione condivisa e garantire un futuro per l'azienda e i lavoratori di Casalmaggiore. Le rsu hanno anche evidenziato il forte legame della comunità con la Fir: «Al fabbricone hanno lavorato generazioni di persone, mezza Casalmaggiore è passata di lì».

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