L'ANALISI
05 Ottobre 2024 - 16:47
Nel riquadro Gaia Gandolfi
SAN MARTINO DALL’ARGINE - «Se da Dio accettiamo le cose belle, dobbiamo accettare anche quelle cattive. Dio è amore sempre e comunque anche in queste tragedie, dobbiamo rinnovare la nostra fiducia in lui e stare uniti per alleviare questo dolore». È uno dei passaggi dell’omelia di don Mario Martinengo, che oggi pomeriggio ha celebrato il funerale di Gaia Gandolfi, la 42enne residente a Calvatone, deceduta giovedì mattina in un incidente stradale a poche centinaia di metri da casa. Al suo fianco il parroco di Bozzolo e San Martino don Francesco Cortellini, il collaboratore don Luigi Pisani, il parroco di Calvatone e Tornata don Alfredo Assandri e padre Vittorio Bongiovanni.
Tantissima gente si è voluta stringere al fianco del marito Mirco, del figlio Giacomo, del fratello Emanuele e dei genitori Mauro e Cinzia: il sindaco di Calvatone Valeria Patelli, l’assessore di San Martino Sonia Gandolfi, rappresentanti della Pro loco Bedriacum, della Martelli (squadra dove gioca il figlio), i colleghi del panificio Rota, le ex colleghe della cooperativa per cui aveva lavorato all’asilo nido di Buscoldo, ma anche amici di Bozzolo e dei paesi limitrofi che hanno conosciuto la donna in questi anni.
«Ci sono due comunità unite per rendere meno pesante questo momento e anche per provare a darsi una risposta a queste disgrazie, per provare a dare un senso a cose che per noi uomini non hanno senso, purtroppo una risposta non c’è», ha proseguito don Martinengo. «Ci fidiamo di Dio quando le cose vanno male? È proprio lì la nostra fede. Anche la morte rientra in un progetto di amore, che però ci sconvolge. Dio ci chiede di amarci e di affidarci a lui. Raccogliamoci con lui al centro e sosteniamoci gli uni con gli altri».
Prima della fine della cerimonia e della benedizione, ha preso la parola Marilena Sarzi Sartori che ha ricordato la 42enne, «con la tua sensibilità e le tue fragilità, eri capace di ripartire con entusiasmo dopo ogni difficoltà. Da credente mi sto sforzando di chiedere il perché di questa morte e mi immagino che servisse il tuo sorriso in cielo».
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