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SAN GIOVANNI IN CROCE

Don Bosio: «Felice di essere parroco qui»

Il sacerdote ha ringraziato il vescovo per la nomina. «Ho incontrato persone cordiali e disponibili»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

02 Ottobre 2024 - 16:49

Don Bosio: «Felice di essere parroco qui»

Don Bosio e il vescovo Napolioni

SAN GIOVANNI IN CROCE - «Sono contento di essere qui, con don Gian Paolo Mauri con cui condivido la vocazione e il lavoro e con ciascuno di voi, miei parrocchiani, con cui condivido il cammino e il lavoro». È il messaggio di don Luca Bosio, parroco e moderatore dell’Unità pastorale Monsignor Barosi (San Giovanni, Solarolo Rainerio, Casteldidone, Voltido e San Lorenzo Aroldo), a un anno dalla nomina decisa dal vescovo di Cremona Antonio Napolioni.

Per don Bosio, 47 anni, originario di Sospiro, si tratta del primo incarico da parroco dopo le precedenti esperienze come vicario a Cremona, Rivolta d’Adda e Viadana con Buzzoletto. La guida dell’unità pastorale era cambiata anzitempo, lasciando spiazzati i fedeli, a seguito dell’addio di don Diego Pallavicini (oggi parroco a Scandolara Ripa d’Oglio, Grontardo e Levata) che per motivi personali aveva rimesso l’incarico nelle mani del vescovo a febbraio 2023.

«In un recente incontro con il vescovo ho fatto capire di essere contento di essere qui. Grazie a tutte le persone che in questo periodo si sono lasciate incontrare e mi hanno offerto cordialità e disponibilità. E una richiesta di pazienza a chi non sono ancora riuscito ad incontrare, raggiungere e ascoltare. Andiamo avanti nel cammino, dentro l’alveo della Chiesa e della nostra diocesi, con l’originalità propria dei nostri paesi, tradizioni, cultura e anche con la capacità critica che la fede suscita».
Per il futuro don Bosio, si pone alcune obiettivi su cui lavorare: «Diventare comunità, ragionare come comunità, accogliere in comunità, con lo stile che ne deriva dalla preghiera e dalla spiritualità e imparare a pregare con grande dignità della messa e della preghiera comunitaria. Da questi ‘fondamentali’ dipende la rinascita spirituale di tutto: si guadagna la certezza sperimentata che la vita ha un senso buono e lo si condivide. Da questi pilastri, poi, potremo far discendere ogni iniziativa caritativa, missionaria e ricreativa».

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