L'ANALISI
22 Settembre 2024 - 05:20
CASALMAGGIORE/VIADANA - Era stata la Diocesi di Cremona, nell’estate dell’anno scorso, a prendere l’iniziativa e ora enti pubblici e privati, parrocchie e fondazioni hanno risposto all’appello, portando alla realizzazione della Comunità Energetica Rinnovabile (CER) Casalasco-Viadanese. Un importante passo verso la sostenibilità e il coinvolgimento della comunità è stato compiuto con l’approvazione, nel consiglio comunale di Viadana mentre giovedì sera sarà la volta di quello di Casalmaggiore e, a seguire, di Pomponesco e Commessaggio. Entro la metà di ottobre sarà operativa.
I SOCI FONDATORI
I soci fondatori della Fondazione CER Casalasco-Viadanese sono, oltre ai Comuni, le parrocchie di Santo Stefano protomartire e San Leonardo di Noblac di Casalmaggiore, Santa Maria Assunta in Castello e San Pietro Apostolo di Viadana, Santa Giulia VM di Cicognara, Sant’Albino Vescovo di Commessaggio, Santi Sette Fratelli Martiri di Pomponesco; le Fondazioni Onlus Istituto Geriatrico Carlo Louisa Grassi di Viadana, Carlo Busi Onlus di Casalmaggiore, Mazzucchini Casa di Riposo Onlus di Pomponesco; la Palm Work & Project Coop. Soc. Onlus di Buzzoletto e la scuola materna Sant’Albino di Commessaggio.
GLI OBIETTIVI
Lo scopo è duplice: da un lato, promuovere la produzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili, dall’altro, garantire un forte imprinting sociale. Infatti, è stato espressamente previsto che parte degli incentivi derivanti dalla produzione di energia, sia destinata a un fondo di solidarietà per sostenere progetti solidali in una vera partnership tra pubblico e privato per il bene comune.
APERTURA AI PRIVATI
La CER sarà aperta anche ai privati cittadini e piccole e medie imprese, che potranno contribuire alla condivisione e all’autoconsumo di energia rinnovabile. La CER Casalasco-Viadanese si basa su un principio fondamentale: garantire benefici ambientali, economici e sociali a tutti i membri della comunità. Gli incentivi statali verranno utilizzati non solo per coprire i costi di gestione, ma anche per alimentare un fondo di solidarietà destinato a progetti sociali. Almeno il 25% degli incentivi rimanenti verrà destinato a questo fondo, mentre il restante 60-65% andrà ai soci fondatori e produttori di energia.
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