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CREMA. DIRITTI

Famiglie arcobaleno: figli registrati all’anagrafe

Una manciata di riconoscimenti comunicati a Prefettura e Questura. Valutazioni sulla cittadinanza agli stranieri

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

20 Settembre 2024 - 05:15

Famiglie arcobaleno: figli registrati all’anagrafe

CREMA - I diritti civili al primo posto. Ma senza bisogno di sbandierarli ai quattro venti, senza farne una battaglia politica. Semplicemente per un motivo di sensibilità e di scelta etica. Si muove in questo modo l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Fabio Bergamaschi.

Anzitutto sul fronte della registrazione all’anagrafe dei figli delle coppie omosessuali: finora, quelle avvenute si contano sulle dita di una mano, ma sono state tutte comunicate a Prefettura e Questura. Si naviga a vista sul lato della giurisprudenza ed è anche per questo che sull’argomento a palazzo comunale viene tenuto un profilo molto basso. La Cassazione ha ribadito di recente il sì al riconoscimento da parte del genitore intenzionale solo se il bambino nasce all’estero. In parole molto semplici: se il bambino viene concepito e partorito in Italia, non potrà essere registrato nello stato civile della coppia omosessuale. Se, invece, il tutto avviene all’estero, la trascrizione sarà perfettamente legale.

Anche sulla questione del riconoscimento della cittadinanza italiana agli stranieri Crema si sta muovendo, sebbene a piccoli passi. Il sindaco si esprime in questi termini: «Alcuni amministratori locali adottano dei provvedimenti al posto del legislatore, ma non deve diventare un passaggio troppo legittimante. Non ci si deve sostituire a chi fa le leggi. Finché trovo uno spazio, io lo faccio, ma non a testa bassa e non alla leggera. Il tema da affrontare è quello della copertura dei diritti e, in attesa che il Parlamento si attivi, alcuni sindaci fanno delle forzature. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità».

Il 4 settembre il segretario nazionale di Più Europa, Riccardo Magi, ha depositato alla Corte di Cassazione un nuovo referendum abrogativo che propone di modificare la legge che regola la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri. La raccolta delle firme digitali sulla piattaforma del ministero della Giustizia è iniziata due giorni dopo, ma in meno di due settimane sono state raccolte circa 27 mila adesioni: il 5% delle 500mila necessarie per avanzare la richiesta di indire un referendum. «C’è un tentativo in atto – prosegue Bergamaschi – per accorciare i termini per il riconoscimento della cittadinanza. Come amministrazione stiamo valutando l’iniziativa da prendere in merito alla questione».

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