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AMBIENTE: LA SVOLTA POLITICA

Virgilio ‘gela’ A2A: porte chiuse ai nuovi impianti

Il ‘no’ del sindaco al biometano: «Favorevole alle agroenergie ma non in quel comparto e con il termovalorizzatore acceso»

Mauro Cabrini

Email:

mcabrini@laprovinciacr.it

16 Settembre 2024 - 05:00

Virgilio ‘gela’ A2A: porte chiuse ai nuovi impianti

Il sindaco Andrea Virgilio e uno dei render che mostrano come sarebbe stato il nuovo impianto a biometano

CREMONA - La premessa traccia il perimetro della sfida senza valutarla nel merito, guarda al futuro e conferma gli impegni dell’Agenda 2030: «La svolta energetica è al centro dei progetti dei Comuni e anche Cremona dovrà prevedere un suo piano, valutando le opportunità create grazie alle nuove tecnologie — osserva il campo e indica una rotta dalla quale sarà in ogni caso complicato deviare, il sindaco Andrea Virgilio —. È un tema sfidante, che chiede informazione e accompagnamento: pensiamo all’opportunità delle comunità energetiche, all’illuminazione pubblica, ai trasporti, alla riconversione di alcune aree dismesse, al rapporto fra paesaggio e rinnovabili anche nel nostro centro storico, ma anche al rapporto con i grandi player nazionali che possono essere utili nel declinare proposte e opportunità nei territori».


Ma è nel merito del rapporto con A2A, in particolare sulla realizzazione del tanto contestato impianto a biometano e sul futuro del termovalorizzatore, che il primo cittadino scava un solco persino inatteso: con la società, direttamente; e con le scelte di prospettiva, nel complesso. Se qualcuno, in generale e sui temi ambientali nello specifico, gli chiedeva discontinuità, eccolo accontentato. «L’impianto a biometano è stato oggetto di una polemica e il progetto dovrebbe essere rivisto anche sulla base dell’ultima Conferenza di Servizi — entra nel merito e arriva al dunque, Virgilio —. Questo impianto doveva essere un tassello del progetto 20-30, nella prospettiva delle energie rinnovabili. Prima o poi si arriverà ad alimentare la rete del teleriscaldamento attraverso modalità diverse e innovative, tuttavia non è il caso dell’impianto di biometano».


Che per funzionare recupererebbe energia dal termovalorizzatore in alcuni periodi dell’anno.
«E siccome il progetto 20-30 ha come elemento centrale una ridefinizione di quel comparto, rimasto per tanti anni uno spazio incompiuto, con una destinazione chiara ma con tante componenti in sospeso soprattutto nel rapporto con un’area naturalistica e con i residenti, non credo che A2A abbia nelle sue previsioni uno spegnimento del termovalorizzatore nel breve termine: emerge anche dalle prime interlocuzioni che ho avuto. E se poi non ci sono ancora alternative concrete al sostegno della rete di teleriscaldamento, penso che non sia serio proporre alla cittadinanza prospettive che non esistono. Diversamente, dobbiamo chiedere ad A2A il massimo impegno sulla qualità ambientale ed energetica del termovalorizzatore».

Uno scorcio del termovalorizzatore


Messaggio forte e chiaro, quello del primo cittadino in carica dallo scorso giugno. Quasi a riprendere, sorpassando le contestazioni, uno dei temi principali della campagna elettorale. «Ho sempre respinto una guerra ideologica sugli impianti di energie rinnovabili e sul termovalorizzatore — ne ripercorre i tratti salienti il sindaco, rimarcando nelle pieghe del suo ragionamento, pur senza mai citarlo, anche la differenza di visione con le scelte e i messaggi del suo predecessore, Gianluca Galimberti —: uno dei limiti degli anni passati è stato quello di imbastire qualunque tipo di ragionamento attorno all’ansia dello spegnimento, creando anche false aspettative».


Il nocciolo della questione, subito dopo: «Se le intenzioni di A2A e di Regione Lombardia si confermeranno, nel senso del mancato spegnimento del termovalorizzatore, non è accettabile aggiungere a quell’area l’insediamento di nuovi impianti». Politicamente, è la fine della storia: come una pietra tombale sull’impianto, al netto delle trattative, potenzialmente anche molto complicate visto l’iter in corso, che naturalmente si apriranno.


Poi la puntualizzazione: «Non si tratta di mettere in discussione l’importanza delle agroenergie, perché dobbiamo proseguire una sfida culturale finalizzata a favorire questi processi virtuosi di economia circolare, soprattutto in un territorio come il nostro che deve essere precursore di processi innovativi — non ha dubbi il sindaco —. Dobbiamo dunque proseguire la collaborazione con il mondo universitario e stare al fianco di chi vuole affrontare le sfide della transizione energetica nel settore agricolo e zootecnico». Ma con il venir meno di una lettura complessiva di quel comparto, e di un ridisegno urbanistico dell’area rimasto per il momento solo sulla carta, «è chiaro che, a quelle condizioni, non c’è spazio per un nuovo impianto».


Un’alternativa ci sarebbe: andrebbe licenziata una variante urbanistica finalizzata a recepire le condizioni necessarie per l’insediamento del biometano. «Ma posso tranquillamente affermare che non ho alcuna intenzione di proporla al consiglio comunale nel momento in cui vengono meno gli obiettivi strategici del progetto Cremona 2030» chiude la porta a un passo di quel tipo, il primo cittadino. Per il quale, in sostanza, quel comparto va rivisto: «C’è un tema di riordino e ci sono servizi da fornire alla cittadinanza a partire dalle fognature. C’è un tema naturalistico, di una riqualificazione della piattaforma di San Rocco, elementi che vanno presi in carico completamente e che erano oggetto di discussione e di confronto all’interno del 2030, oggetti poi disattesi nell’avvio del percorso di progettazione sull’impianto di biometano».


E c’è — e a maggior ragione ci sarà — un rapporto da rivedere con A2A. «Partendo dagli aspetti positivi ma anche dalle criticità emerse in questi anni — inquadra senza sconti la possibile interlocuzione, Virgilio —: c’è a mio parere anche un tema di democrazia locale che i Comuni hanno nel rapporto con queste realtà». E c’è, infine, anche un’esigenza più generale di raccordo con il territorio. «Se Cremona vuole abbracciare la sfida della transizione energetica — la riconosce come mai in passato, Virgilio — è indispensabile costruire un percorso con i Comuni della cintura: non è possibile intraprendere la sfida senza condivisione e confronto».

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Commenti all'articolo

  • romeo.morini

    16 Settembre 2024 - 13:51

    Ma le alternative quali sono e quando potranno entrare in fuzione alle esigienze dei cittadini

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