L'ANALISI
15 Settembre 2024 - 16:46
VIADANA - «Ero tirato come un archetto all’inizio della messa, ma poi le vostre parole mi hanno fatto sentire a casa. Oggi non arriva l’oracolo ma una persona con le sue fragilità, aiutatemi a trovare anche qui l’amore di Dio». Il nuovo parroco delle quattro parrocchie della città e della frazione di Buzzoletto don Marco D’Agostino, ha voluto iniziare così il suo discorso al termine della messa di insediamento celebrata stamattina in chiesa Castello dal vescovo Antonio Napolioni. Una funzione a cui hanno preso parte il sindaco Nicola Cavatorta, gli assessori Rossella Bacchi e Maria Grazia Tripodo, per l’Arma Giovanni Martufi e Massimiliano Burroni, rispettivamente comandante della compagnia e della caserma di Viadana, le suore della città, il gruppo scout e una rappresentanza della polizia locale con il gonfalone.
Davanti al sagrato il saluto di Cavatorta. «Ho avuto modo di conoscere don Marco quest'estate e ho trovato in lui un grande interesse ed entusiasmo per la nomina di parroco a Viadana. Si è dato da fare per avvicinarsi e prendere conoscenza delle numerose realtà che costituiscono l’anima della nostro territorio. Siamo consapevoli che il suo impegno sarà in parte caratterizzato da novità, rispetto alle mansioni che ha svolto finora, ma tutti noi siamo certi che la sua esperienza maturata nei decenni, in qualità di docente, la vicinanza agli studenti e gli studi teologici, oltre che ai numerosi incarichi ricoperti nella sua carriera, saranno d'aiuto per questa nuova missione. Viadana è un centro importante, sono numerose le esigenze che la caratterizzano, dal mondo del lavoro al sociale, dalla famiglia al mondo dell’associazionismo, passando attraverso ai servizi alla persona allo sport, alle istituzione scolastiche, tutte realtà che coinvolgono giovani e anziani. Solo collaborando reciprocamente, si può perseguire l’interesse generale».
Dalle mani di Anton Luca Porpora e Daniela Del Bon è giunto l’omaggio al neoparroco, un’agenda con appuntati alcuni nomi e numeri di telefono «che si possa arricchire nel corso di questi anni». Durante l’omelia Napolioni ha esordito ricordando che «proprio oggi 31 anni fa, veniva ucciso don Pino Puglisi, un piccolo prete che aveva fatto della vocazione e della formazione la sua forza. Oggi arriva don Marco preceduto dalla sua fama, ricco di doni e di capacità; lo affido a voi perché scopra quanto è bello fare il prete normale, ossia cercare se stesso negli sguardi delle persone, senza pretendere servilismi. Non la Chiesa del successo e del trionfo ma la chiesa della croce e dell’umiltà. Per quanti salti mortali saprete fare voi e don Marco, avrete comunque un limite, camminerete alla presenza del Signore nella terra dei viventi. Il tempo che vivrete lo farete con gratitudine, con normalità, accettate tutto ciò che la vita vi darà volgendolo al positivo. Con don Marco ho un’amicizia profonda e il legame con Viadana crescerà anche grazie a questo».
Don D’Agostino ha voluto ricorda anche che «ha visto Dio nella vita di tutti, dai preti che ho seguito in seminario agli studenti, a Gianluca Firetti (20enne di Sospiro deceduto a seguito di una malattia nel 2015, nda) di cui porto in giro in Italia il ricordo e il pensiero. Ringrazio tutti coloro che mi affiancano in questa nuova esperienza, i miei famigliari e le tante persone che ho incontrato fin qui sul mio cammino».
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