L'ANALISI
30 Agosto 2024 - 05:25
Una volontaria con un piccolo paziente e nel riquadro Marina Gerevini
CREMONA - Caccia ai volontari per Abio Cremona, l’associazione che si dedica al benessere dei bambini ricoverati in ospedale. Abio può contare su una trentina di volontari, che portano serenità ai piccoli pazienti del reparto di pediatria dell’ospedale. Ora l’asticella si alza: presenza anche di sabato, con un servizio a pieno regime anche in neuropsichiatria, dove per ora l’associazione opera solo al mattino. Ma servono fondi e operatività.
La presenza dell’associazione in città è ventennale. «Ci sentiamo sempre più amati dai cremonesi – spiega la presidente, Marina Gerevini – che ci sostengono in tutte le nostre raccolte fondi (l’ultima è stata alla Flora, in occasione di una ventiquattrore di tennis). Ora cerchiamo nuove forze, che con il Covid si sono ridotte: siamo in Pediatria mattina e pomeriggio, ma ci sono ancora alcuni turni da coprire».
«L’ospedale, per il bambino, è un trauma – racconta Gerevini – e il nostro scopo non è solo il divertimento. Con il gioco, l’accoglienza e il sorriso cerchiamo di ricreare un’atmosfera che sappia di casa». Anche per i genitori, che non hanno meno bisogno di essere sostenuti e seguiti. Non sempre la struttura ci riesce: «La routine ospedaliera è gravosa – spiega Gerevini – perché l’adulto rimane sempre nella stanza con il piccolo ricoverato. Il reparto di pediatria non è sempre comodo, considerato che è degli anni ‘70. Pensando proprio ai genitori, secondo la normativa, se il minore viene ricoverato in osservazione l’adulto non ha diritto ad un posto letto. Abio ha donato all’ospedale alcune poltrone letto per i genitori, per evitare che passino la notte in bianco su una sedia. Vogliamo che anche per loro l’atmosfera sia serena: durante le nostre tavolate di briscola, a volte, il personale di reparto ci viene a dire di abbassare la voce perché le risate si sentono in tutto il reparto».
L’accoglienza di Abio è a 360 gradi, e comincia quando il bambino muove il primo passo nel reparto: «Salutiamo le famiglie con un sorriso, forse anche un po’ 'egoista': sorridiamo perché amiamo il nostro lavoro, che è molto gratificante. Il bambino riceve da noi un kit accoglienza personalizzato; nel corso della giornata, passiamo a salutare e chiediamo se il bambino ha voglia di venire a giocare con noi in una sala del reparto. Lo facciamo coordinandoci con il personale di reparto, senza interferire. Magari prendiamo un caffè insieme ai genitori, o li sostituiamo per le piccole cose pratiche: gli adulti devono potersi allontanare dall’ospedale anche solo per farsi una doccia». L’associazione ha allestito anche un ‘armadio solidale’, con alcuni capi d’abbigliamento per quei bambini che non hanno con sé il cambio, per ragioni economiche o di tempo.
«Da anni paghiamo anche l’abbonamento della tv di tutte le stanze della pediatria – conclude Gerevini – fornendo anche le cuffiette».
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