L'ANALISI
17 Agosto 2024 - 05:15
BASSA PIACENTINA - Una maxi operazione dei carabinieri per contrastare il caporalato ha interessato anche i territori della Bassa lungo il fiume Po: in manette un imprenditore pakistano di 53 anni che, secondo l'accusa, forniva manodopera illegale proprio nel Piacentino. L'attività di indagine, che ha coinvolto squadre ispettive formate dai militari dei reparti territoriali e personale specializzato del nucleo per la tutela del lavoro, ha portato alla luce numerose violazioni delle normative.
Nella Bassa i militari hanno effettuato ispezioni su alcuni fondi agricoli, concentrandosi sul gestore di una ditta che operava su vari terreni. Durante i controlli sono stati scoperti 20 pakistani non in regola, tutti impegnati nella raccolta di cipolle: sei di loro erano privi di permesso di soggiorno, mentre altri 13 lavoravano senza alcun contratto. L'operazione ha portato anche al sequestro di tre furgoni utilizzati per il trasporto degli operai e all’elevazione di sanzioni per oltre 65mila euro. Il 53enne è stato denunciato per intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro (caporalato) e sfruttamento dell’immigrazione clandestina e del lavoro nero. Secondo l’impianto accusatorio l’uomo si sarebbe occupato di radunare ogni giorno i braccianti facendoli salire appunto a bordo dei furgoni, per poi distribuirli in vari campi situati in diversi paesi della Bassa e della Val d’Arda.
L’indagine si è allargata a livello nazionale: quasi mille le aziende controllate nelle province di Torino, Brescia, Verona, Mantova, Ascoli Piceno, Perugia, Rieti, Roma, Teramo, Pescara, Caltanissetta, Siracusa, Nuoro e appunto Piacenza. Oltre la metà sono risultate irregolari. Sono stati emessi 145 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale, di cui 75 per lavoro nero, 41 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e 29 per entrambe le violazioni. Inoltre, sono stati irrogati 144 provvedimenti di diffida e elevate 848 prescrizioni amministrative. In relazione alle condotte penalmente rilevanti, 486 persone sono state denunciate per varie violazioni. Tra queste, 19 persone sono state denunciate per caporalato. Le sanzioni e ammende elevate complessivamente sono per oltre 4,9 milioni di euro. Liberati dallo sfruttamento una cinquantina di lavoratori.
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