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L'impresa: con la moto fino all'isola del mito

Dopo Capo Nord e il confine ovest, Fiorini raggiunge anche il lembo più meridionale d’Europa. Avventura di un mese intero, in sella per 6.600 chilometri sulla sua Harley Davidson del 1970

Dario Dolci

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redazione@laprovinciacr.it

15 Agosto 2024 - 14:00

L'impresa: con la moto fino all'isola del mito

Fiori e Loizzo nel loro tour

CREMA - Anche il terzo dei quattro punti cardinali d’Europa è stato raggiunto. Dopo essere stato a Capo Nord e all’estremo ovest della Spagna, il motociclista cremasco Francesco Fiorini ha raggiunto Gavdos, il punto più a sud della Grecia e del continente, la selvaggia isola del mito e del sogno. Al termine di un viaggio durato un mese e 6.600 chilometri, l’ingegnere in pensione racconta l’avventura compiuta con l’amico lucano Luciano Loizzo.

«In realtà, i chilometri che ho percorso io sono molti di più — afferma — perché non tengono conto del viaggio da Crema a Ferrandina, punto di partenza situato in provincia di Matera». Da lì, come avviene da tre anni a questa parte, il socio del Moto club Crema ha raggiunto Loizzo, per la partenza ufficiale dell’avvenuta alla presenza delle autorità locali. In piazza del Plebiscito, è avvenuta la cerimonia della consegna da parte del sindaco, Carmine Lisanti, di uno striscione che i due hanno poi esposto a Gavdos, insieme alla bandiera italiana.


«Per raggiungere la grande sedia che si trova nel punto più a sud d’Europa, abbiamo dovuto camminare per cinque chilometri nel nulla». Sei gli Stati toccati nel viaggio: «Abbiamo attraversato Grecia, Turchia, Bulgaria, Serbia, Croazia e Slovenia». Fiorini ha viaggiato in sella a una Aermacchi Harley Davidson del 1970; il suo compagno di avventura ha invece scelto una Moto Guzzi GT 235 Lodola del 1960.


«Gli unici inconvenienti in un mese di viaggio — spiega il cremasco — sono stati una foratura scendendo dal traghetto e la rottura del filo della frizione. Il vero problema è stato il caldo: in certi punti davvero infernale. Non abbiamo avuto un solo giorno di pioggia. E poi ci sono stati disguidi con i traghetti. A Rodi hanno abolito quello con la Turchia e non è stato semplice trovare il modo di fare la traversata». Il passaggio dalla Grecia alla Turchia, via mare naturalmente, resterà nella storia dell’avventura di Fiorini e Loizzo. «Nell’aliscafo verso l’isola di Kos per poi approdare a Bodrum, in Turchia, ha viaggiato con noi anche una bara, con tanto di defunto dentro. Nonostante l’equipaggio ci avesse detto che era vuota. Non è stata una bella esperienza».

Fiorini arrivato a Gavdos

A parte questo episodio, il resto dell’esperienza è stato bellissimo: «Tra i tanti posti che abbiamo visitato — aggiunge il motociclista — figurano Meteora, con i famosi monasteri, Delfi, Patrasso, Corinto, con l’emozione del salto con l’elastico sul canale e l’anfiteatro di Epidauro, Rodi, Mamaris, Pamukkale, Smime, Balikesir, Istanbul, Svilengrad, Sofia, con gli occhi di Dio, Lucani, Sarajevo, Spalato, Zara e Fiume». Toccato l’estremo sud, dopo aver fatto la stessa cosa con nord e ovest, a Fiorini e Liozzo manca solo l’est. «Che sarebbe a Odessa, ma finché c’è la guerra, non ci pensiamo nemmeno a partire. Se non termina, per il prossimo anno stiamo già studiando qualcosa che sia alternativo».

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