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Missione sonni tranquilli: «Parchi chiusi di notte»

L’assessore alla Sicurezza Fabio Grassani: «L’ordinanza, effettivamente, era già stata fatta da Vairani ed era valida fino al 15 settembre, quindi abbiamo deciso di mantenerne l’applicazione»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

10 Agosto 2024 - 19:21

Alle 23 cala la «saracinesca». Parchi a prova di schiamazzi

Fabio Grassani e uno dei parchi di Soresina

SORESINA - Sulla ‘battaglia per i sonni tranquilli’ l’amministrazione sceglie la continuità. Torna l’ordinanza che vieta di andare a zonzo e bivaccare nelle zone verdi della città. La misura, introdotta nel 2020, spegne quindi la quarta candelina e, come negli anni scorsi, vieta l’accesso a parchi e giardini tutti i giorni dalle 23 alle sette. E in via don Boni, la più martoriata dal caos, spuntano i cartelli. I cittadini approvano, però chiedono anche un giro di vite, bello stretto.


Chi frequenta i parchi di notte non si sa regolare e quindi, per la quarta volta, si ‘chiude’. L’assessore alla Sicurezza Fabio Grassani spiega perché: «Una persona che risiede nell’abitato di via don Boni, che è il punto nevralgico da cui non a caso siamo partiti coi cartelli, ha sollevato il problema, facendosi portavoce dei disagi degli inquilini del circondario. L’ordinanza, effettivamente, era già stata fatta da Vairani ed era valida fino al 15 settembre, quindi abbiamo deciso di mantenerne l’applicazione. Ma non ci fermeremo a questo».


Il titolare alla cattedra del ‘vivere in pace’ in quel di Soresina ha progetti interessanti per il futuro: «Come detto, siamo partiti con i cartelli nella zona in cui il disturbo, verificato, era più veemente. Ma, per quanto spinosa, vogliamo affrontare anche la questione della frequenza e incisività controlli. Che è complessa perché – precisa Grassani – non possiamo nascondere di trovarci di fronte a un organico di Polizia locale risicato. D’altronde era una nostra promessa ed è ora nostro intento potenziarlo, rafforzarlo e strutturarlo».


Idee chiare anche sul metodo: «Stiamo chiedendo sforzi importanti ai nostri agenti e proprio per questo dobbiamo aumentarne il numero, per dare respiro a chi già si impegna. I controlli ci saranno e i trasgressori saranno puniti ma, beninteso, la linea dev’essere sempre quella del buonsenso. Il problema, a mio modesto parere, è prima di tutto culturale ed educativo. Serve lavorare soprattutto sul fronte della sensibilizzazione».

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