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CASALMAGGIORE

Ponte: «Altri detriti intorno ai piloni e nessuno agisce»

Tronchi e ramaglie, il presidente del Comitato TrenoPonteTangenziale: «È una faccenda seria»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

08 Agosto 2024 - 05:20

Ponte: «Altri detriti intorno ai piloni e nessuno agisce»

CASALMAGGIORE - Meno rimpalli e più azione per evitare emergenze o incidenti. L’accumulo di rami contro i ponti sul fiume Po è un problema complesso che può comportare conseguenze dannose, oltre ad avere un pessimo impatto estetico. Succede anche al ponte di Casalmaggiore, come a quello di Viadana e ad altre infrastrutture. Altri rami sono fermi anche a un pilone del ponte ferroviario lungo la Parma-Brescia.


PROBLEMA DIFFUSO

«È una querelle che riguarda tutti i ponti ed è molto grave - commenta l’avvocato Paolo Antonini, presidente del Comitato TrenoPonteTangenziale -. È purtroppo un ulteriore sintomo della situazione di abbandono del fiume. L’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, ritiene che sia una questione di competenza delle Province, dell’Anas o delle ferrovie, a seconda del tipo di ponte, e così non interviene. Le Province e comunque gli enti proprietari dei ponti ignorano il problema, che invece andrebbe considerato perché può determinare dei guai seri».


POSSIBILI DANNI AI NATANTI


Antonini spiega che «quando ci sono delle piene, queste grandi cataste di legname si possono spostare e andare a colpire i natanti ormeggiati lungo le rive, causando dei danni notevoli. Ma possono andare a cozzare contro le rive stesse provocando degli inconvenienti. Anche quando la centrale di Isola Serafini apre le paratie succede che a valle arrivi del materiale flottante». Ad avviso di Antonini bisognerebbe dunque implementare un sistema di monitoraggio regolare per individuare tempestivamente gli accumuli di detriti e pianificare interventi di pulizia periodici. Qualcuno suggerisce anche l’installazione di strutture di deviazione e griglie di cattura lungo il corso del fiume che potrebbe aiutare a intercettare i detriti prima che raggiungano i ponti. Di certo una carenza di manutenzione regolare e di interventi di pulizia lungo il fiume e i suoi affluenti peggiora il problema.

TERRA DI NESSUNO


Sempre a proposito di Grande Fiume, lo stesso Antonini in più di una occasione ha lamentato che sia ormai terra di nessuno e che anche i malviventi imperversino e continuino a rubare motori. L’ultima vittima è stata l’Anguilla del Po, a cui ne è stato sottratto uno nei giorni scorsi. «Proprio martedì abbiamo montato quello nuovo». Spesa? «Diecimila euro». Dei ladri, purtroppo, nessuna traccia.

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