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VIADANA: LA STORIA

Il primo libro del sindaco saggista

Nicola Cavatorta: «Partendo da foto ingiallite, ho ricostruito storie e vicende di Viadana»

Nicola Barili

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redazione@laprovinciacr.it

31 Luglio 2024 - 05:10

Il primo libro del sindaco saggista

Il sindaco Nicola Cavatorta con il suo libro di storia viadanese

VIADANA - Tutto è partito da una scatola dei ricordi, come quelle che ci sono nelle case di ogni famiglia, magari sistemata sopra a un armadio, con dentro vecchie fotografie, documenti un po’ ingialliti, cartoline di un’altra epoca. Questa conteneva estratti di vita di un uomo che è stato bersagliere, attivista politico e consigliere comunale. «Era il mio bisnonno materno Nicola Gradella», dice il sindaco Nicola Cavatorta che, prendendo spunto dalla storia personale del componente della propria famiglia, ha scritto il suo primo libro dal titolo ‘Viadana durante il Primo Conflitto Mondiale e nell’immediato Dopoguerra’ (sottotitolo: ‘Episodi di vita, società e politica attraverso le vicissitudini dei suoi protagonisti’).


«Non ho avuto modo di conoscere il mio bisnonno materno perché è scomparso nel 1965, prima che io nascessi, ma ne ho sempre sentito parlare nei racconti in famiglia, soprattutto da mio padre Luigi», spiega il primo cittadino. «Incuriosito dai documenti trovati in quella scatola dei ricordi, un anno fa ho cominciato una ricerca basandomi sui libri dello storico viadanese Adolfo Ghinzelli e andando all’Istituto mantovano di storia contemporanea, dove ho potuto spulciare tanti vecchi giornali.

Ho trovato notizie sul mio bisnonno, ma anche su altri personaggi importanti per la vita politica e sociale viadanesi del periodo a cavallo della Prima guerra mondiale, così alla fine ho scritto il libro contando anche sulla collaborazione di Antonio Aliani, direttore della nostra biblioteca, e di Alessandro Bosoni, che ha fatto un’accurata ricerca sui caduti viadanesi nel primo conflitto». Sono parecchi i personaggi citati e raccontati da Cavatorta, due su tutti Eligio Ponchiroli, che fu sindaco di Viadana dal 1914 al 1920, e Piero Delfini, primo cittadino di fede comunista dal 1920 al 1921 che venne costretto a emigrare in Argentina per sottrarsi alle violenze fasciste.

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