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IN CARCERE IL CAFFÈ LETTERARIO

Tazzine & libri: si diffonde l’aroma che salva i detenuti

Il progetto sperimentale presentato a Cà del Ferro mira all’acquisizione di nuove competenze

Mariagrazia Teschi

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

30 Luglio 2024 - 08:51

Tazzine & libri: si diffonde l’aroma che salva i detenuti

Il momento della consegna degli attestati al termine del corso base di caffetteria

CREMONA - Il grande disegno sulla parete (un Mondo in bianco e nero) sembra passare in secondo piano perché al centro non c’è tanto l’abilità dell’esecuzione, quanto l’esperienza della condivisione che crea relazione fra chi sta dentro e chi sta fuori le mura del carcere. E come ogni opera d’arte, e questo Mondo è un’opera d’arte collettiva, ha un titolo — Tazzine & libri — e porta le firme degli autori: sei detenuti di Cà del Ferro guidati dallo street artist cremonese Marco Cerioli. Il murale inaugurato ieri segna il primo dei momento conclusivi di Caffè letterario, progetto sperimentale realizzato a favore dei detenuti nato da un’idea di Ornella Bellezza, Garante provinciale dei diritti delle persone private della libertà personale e subito raccolta e condivisa dalla direttrice del carcere, Rossella Padula e dal presidente della Provincia Mirko Signoroni.

Alcuni degli autori del murale che rappresenta il Mondo realizzato in una stanza a piano terra del carcere


«Il Mondo è un simbolo — ha spiegato Bellezza — perché il carcere è un mondo nel mondo, che è a sua volta un mosaico di piccoli mondi separati. L’idea che un Caffè letterario possa trovare sede all’interno di un istituto penitenziario è ambiziosa; ma è proprio la prospettiva di lavorare una realtà così variegata può rivelarsi terreno fertile per incentivare il dialogo attraverso la cultura. Grazie dunque a chi ha raccolto l’idea e a chi l’ha sostenuta, a chi ci ha messo il cuore e la generosità». Di «sinergia di intenti non fine a se stessa ma foriera di grandi motivazioni per questi ragazzi» ha parlato la direttrice Padula nel suo intervento di saluto.

SIgnoroni, Padula e Scolari

L’intero progetto è stato realizzato senza alcun onere grazie all’opera gratuita di professionisti e volontari e la disponibilità e generosità di Confesercenti (che ha donato la macchina del caffè, una Faema nuova di zecca con il relativo macinacaffè e presente ieri a Cà del Ferro con la presidente Gaia Fortunati) e la Cooperativa Rising che ha fornito le attrezzature e gli arredamenti della saletta a piano terra destinata, in un futuro non lontano, a ospitare gli incontri di ‘Tazzine & Libri’. Libri ma anche arte, comunque cultura, perché come ha ricordato Padula, «questi ragazzi ci tengono a imparare, a istruirsi in contesti diversi dalla biblioteca che già funziona a pieno ritmo». E quindi l’appello agli artisti, locali e non, perché donino le loro opere al carcere.

Uno scorcio del murales realizzato sotto la guida di Marco Cerioli


«Caffè letterario — spiega Signoroni — è un intervento educativo strutturato, coordinato e coerente. Lo avevo promesso ai detenuti, oggi ne teniamo a battesimo il primo passo. Oggi consegniamo gli attestati del corso base di caffetteria, ma stiamo già pensando di allargare le competenze con l’istituzione di borse lavoro. Il futuro di questi ragazzi si intreccia con quello della comunità che li ospita e che se ne deve prendere carico». Mohamed, uno dei dodici detenuti-studenti del corso di caffetteria, alza la mano e chiede alla direttrice il il permesso, subito accordato, di parlare: «Scusatemi sono emozionato e ho un po di magone — dice — ma ci tenevo a ringraziarvi. Avete tolto tempo alle vostre attività per essere qui, una presenza che ci ha fatto sentire parte della società, non ci avete abbandonato». Istruzione e cultura possono cambiare la vita. Anche in carcere. Soprattutto in carcere.

FOTO: FOTOLIVE/LEONARDO CALVI

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