L'ANALISI
10 Luglio 2024 - 10:34
Ferruccio Pallavera e Riccardo Groppali con il libro da loro scritto, a fianco un'immagine del fiume
CREMA - «Fu una scelta coraggiosa quella che nel 1983 portò la Regione Lombardia ad approvare una legge finalizzata alla conservazione, al recupero e alla valorizzazione dei beni naturali e ambientali del proprio territorio. Erano anni nei quali ovunque si stava registrando un considerevole sviluppo urbanistico. Pareva quasi che i boschi e i campi coltivati nel giro di pochi anni sarebbero stati travolti da colate di asfalto e di cemento. In quel contesto, la Regione varò una legge che, pur tenendo conto degli interessi locali in materia di sviluppo economico e sociale, identificava alcune zone di considerevole interesse naturale e ambientale da sottoporre a un regime di tutela. Così nacquero i Parchi, tra cui l’Adda Sud».
Inizia così, con la prefazione del presidente della Regione, Attilio Fontana, il libro, scritto dal naturalista Riccardo Groppali e dal giornalista Ferruccio Pallavera, intitolato ‘Storie di fiume: i quarant’anni del Parco Adda Sud tra Lodigiano, Cremasco e Cremonese’. Il volume si compone di 536 pagine ed è suddiviso in tre parti. La prima racconta il cammino compiuto dal Parco: i progetti, le realizzazioni, le difficoltà e le conquiste. La seconda descrive il patrimonio della flora e della fauna, le acque e i paesaggi presenti nei 35 Comuni che compongono l’istituzione. La terza offre episodi, vicende, avvenimenti lontani nel tempo o contemporanei che hanno scandito la vita del Parco.
Il libro si occupa anche dei musei etnografici e riporta un elenco approfondito di tutte le pubblicazioni edite dall’ente fluviale. Groppali si è soffermato sugli aspetti di carattere ambientale, ovvero sulla fisionomia di ciò che rende il Parco Adda Sud differente dalle altre aree protette della Lombardia: un territorio ricco di paludi e di lanche, il patrimonio della flora e della fauna, la presenza dei fontanili, i paesaggi che contrassegnano il fiume, le coste del terrazzo morfologico sul quale si trovano i principali centri abitati.
Il naturalista racconta inoltre della presenza di animali e di boschi legati alla storia della valle dell’Adda, ma anche nuovi arrivi, quali le nutrie, i cinghiali e, più recentemente, il lupo. Pallavera, invece, si è soprattutto occupato della ricostruzione dei 40 di vita e di attività del Parco, dei passaggi di testimone tra un presidente e un altro e delle varie evoluzioni. Inoltre, ha raccontato quelle che ha chiamato le ‘Storie d’acqua e di fiume’, che narrano del lago Gerundo e del mitologico drago Tarantasio, delle battaglie navali e dei mulini, dei ponti di barche e dei traghetti, delle devastanti alluvioni e delle interminabili siccità. Senza dimenticare i luoghi di culto, i camminamenti sotterranei, persino le mummie, gli armadi stracolmi di ossa e le leggende dei fantasmi senza testa.
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