L'ANALISI
08 Luglio 2024 - 05:05
CREMA - I numeri sono eclatanti: 1.967 le persone che aspettano un posto in rsa nelle principali strutture accreditate del distretto socio sanitario cremasco. Il raffronto con il Cremonese è impietoso: al di là del Serio, sono 712 coloro che sono in lista d’attesa. I dati sono quelli diffusi da Ats della Val Padana, che aggiorna periodicamente la situazione, in base anche alle comunicazioni delle singole case di riposo. Evidente come la città e il suo territorio continuino a scontare un handicap legato innanzitutto al numero esiguo di posti letto accreditati dalla Regione, ovvero quelli per i quali l’ente lombardo versa circa il 40% della retta, rispetto alle richieste e al bacino di utenza.
Da ciò derivano liste d’attesa molto più numerose rispetto a quelle di zone limitrofe. Diversa è ovviamente la situazione per chi può permettersi di pagare in toto la retta giornaliera in una casa di riposo. Nelle strutture private o comunque per i posti letto dei solventi in proprio, le liste d’attesa sono quasi nulle. Ma si tratta di esborsi superiori ai 3.000 euro al mese, irraggiungibili per la maggior parte degli interessati, mentre nei posti letto accreditati si va dai 1.800 ai 2.000, che sono comunque cifre non esattamente abbordabili per chiunque.
Va tenuto presente anche un altro fattore. Spesso gli anziani, o chi per essi, fanno domanda in più strutture, si può arrivare a un massimo di tre, e ovviamente le stesse non sono a compartimenti stagni. Il che significa che un residente nel Cremonese può optare per una rsa cremasca e viceversa. Stesso discorso per chi arriva da fuori provincia. Dunque i quasi 2.000 potrebbero essere meno, la ciò non cambia la sostanza. Per cercare, per quanto possibile, di abbattere le liste di attesa nel distretto cremasco, uniformando altresì i criteri con i quali vengono inserite le domande, da un anno Comunità sociale cremasca ha creato un solo database. Un lavoro condiviso con l’Asst, i 48 Comuni del distretto e ovviamente le case di riposo.
Le rsa del Cremasco utilizzano i medesimi criteri, la stessa valutazione dei potenziali pazienti da ricoverare, a differenza delle relazioni singole in precedenza inviate da ciascun Comune. Un metodo che possiede una valenza scientifica, e inoltre è garanzia di trasparenza e di uguaglianza. La valutazione multidimensionale prende in considerazione molti fattori e le condizioni a 360° del cittadino che ha fatto richiesta: quelle fisiche e cliniche, ma anche familiari e sociali per cercare di garantire una risposta adeguata ai reali bisogni.
Oggi una persona che si sente non efficiente e non completamente indipendente pensa di doversi recare in una struttura protetta come unica soluzione. La valutazione mette in evidenza altri aspetti e suggerisce magari altre opzioni, come l’assistenza domiciliare rafforzata e l’attivazione di altre reti di prossimità. L’obiettivo è quello di favorire la permanenza degli anziani al proprio domicilio, così da diminuire le richieste di ricovero in rsa e di conseguenza cercare di assottigliare le liste d’attesa.
Nella principale rsa del cremasco, ovvero la Camillo Lucchi di via Zurla, la lista d’attesa è fortunatamente diminuita negli ultimi mesi. Il dato a fine 2023, reso noto dalla Fondazione Benefattori Cremaschi, era di 538 persone. L’ultimo aggiornamento fornito da Ats Val Padana, su comunicazione della stessa struttura, è di qualche settimana fa: 480 coloro che hanno presentato domanda per un letto in via Zurla. La Fondazione dispone di 200 posti alla Lucchi, accreditati e contrattualizzati con uno specifico nucleo Alzheimer di 20 posti. Al presidio di via Kennedy ci sono altri 20 posti. Il tempo medio di attesa per l’ingresso in rsa è di 217 giorni.
Gli ospiti provengono solo nel 19,7% dei casi dal proprio domicilio. Per il 52,5% arrivano dalle cure intermedie della Fondazione, per l’11,5% da altri reparti della Benefattori, nel 14,8% da altre Rsa, nell’1,6% da strutture ospedaliere o di altra natura. E a proposito delle cure intermedie di via Kennedy, che prendono in carico il paziente in fase di post acuzie, la Fondazione è accreditata da Regione Lombardia per 130 posti letto oltre a sei posti letto in regime di solvenza in proprio, ovvero quei casi in cui è il cittadino a coprire per intero i costi della retta.
Qui l’attesa per entrare è di 76 giorni, con una lista, al 31 dicembre 2023, che contava 284 persone. Il 73,5% degli Ospiti non proviene dal proprio domicilio, ma da altri luoghi di cura. L’anno scorso, nel 68,8% dei casi terminata la fase di riabilitazione i pazienti sono rientrati al domicilio. Il servizio di psicologia collabora nella valutazione degli ospiti sotto il profilo neuropsicologico. L’anno scorso sono state rese sei consulenze neuropsicologiche, effettuati 50 colloqui di supporto psicologico. Infine, il Kennedy dispone anche di un hospice con 14 posti letto per le cure palliative, dove il paziente viene accolto e seguito dall’equipe multidisciplinare, composta da medici, infermieri, ausiliari, assistente sociale, psicologo, assistente spirituale e volontari. Nel 2023 tutte le richieste di ricovero sono state accolte, senza lista di attesa.
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