L'ANALISI
18 Giugno 2024 - 20:34
Una serra di marijuana in foto d'archivio
CREMONA - Un quintale e mezzo di marijuana coltivata ‘in casa’ e ormai pronta per essere smerciata: quello stroncato dagli agenti della Squadra mobile di Cremona è un traffico potenziale da un milione di euro, portato avanti da tre spacciatori dal pollice verde in un capannone alle porte della città. Il trio di coltivatori è finito in arresto con l’accusa di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti. Il maxi quantitativo di marijuana sequestrato, dopo le analisi del caso, è destinato ad essere distrutto.
Il blitz dei poliziotti è scattato nella serata del 6 giugno: l’epilogo di un’indagine-lampo. Quello che aveva tutta l’aria di essere un comune deposito custodiva al suo interno, in realtà, una maxi serra per la coltivazione dell’‘erba stupefacente’. Durante la perquisizione, la Squadra Mobile si è trovata davanti a un sito produttivo professionale, allestito con strumentazione tecnologica e dotato di impianti elettrico, di aerazione, di illuminazione e di irrigazione. Oltre la soglia del capannone, i poliziotti hanno trovato oltre duecento lampade alogene, numerosi bidoni di fertilizzante e centinaia di vasi colmi di terriccio. La sostanza rinvenuta e sequestrata, del peso complessivo di circa 150 chili, era in parte già raccolta in sacchi. Accanto alla droga pronta per finire sul mercato, anche centinaia di piante in fase di essiccazione. Un quadro che rende chiaro come gli artefici del business illecito non siano coltivatori improvvisati, ma autentici specialisti con precise conoscenze professionali e una rete operativa organizzata nel dettaglio.
L’inchiesta, diretta dalla Procura della Repubblica di Cremona, è stata sviluppata dai poliziotti della Squadra mobile nel giro di poche ore. Gli agenti si sono messi sulle tracce dei tre responsabili che, ignari della presenza dei poliziotti, si sono diretti verso la serra. Quando erano ormai nelle vicinanze del capannone, alla vista della Polizia, si sono dati alla fuga a bordo della propria auto. I poliziotti della Squadra mobile sono immediatamente partiti all’inseguimento: dopo un centinaio di metri, l’auto dei fuggitivi si è vista costretta ad arrestare la marcia. I tre a bordo sono stati controllati e perquisiti: nessun dubbio sulla loro diretta disponibilità del capannone, alla luce degli elementi rilevati. Il trio, attualmente sottoposto a indagine, dopo gli accertamenti di rito in Questura, è stato trasferito alla casa circondariale di Ca’ del ferro, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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