L'ANALISI
12 Giugno 2024 - 10:17
Chiara Capelletti e Luciano Pizzetti
CREMONA - Storie di uomini. Di donne. E di voti. Di voti agli uomini e alle donne.
A tutti i 371 candidati scesi in campo nelle 14 liste: la partecipazione è un valore sempre meno riconosciuto e, per questo, più apprezzabile di sempre.
Oltre il dieci, la consegue Luciano Pizzetti: sceso dai palazzi romani che contano sulla strada tornata improvvisamente a valere passo dopo passo, casa per casa e porta a porta, è stato capace di muoversi con saggezza raffinata e arguzia esperta lungo marciapiedi in qualche tratto ammalorati. Dettando la rotta in prima linea per la sua città: Cremona sei tu, appunto. «Al servizio di una comunità che mi ha dato molto» per dirla con le sue parole. Impegno. Ripagato in due mesi di campagna elettorale affrontata sino al traguardo con la verve di un ragazzino. Attento (e qualche volta persino puntiglioso) anche ai social e agli online: roba da generazioni lontane, eppure appresa e praticata in fretta. Il risultato è che alla fine è il più votato di tutti: 469 preferenze. Il re è lui e non è nudo. Anzi: è vestito bene con quelle bretelle blu su camicia bianca sfoggiate nelle ore della lunga attesa dello spoglio davanti al comitato del ‘figlio’ (politico, si intende) Andrea Virgilio. Ringiovanito. Nell’aspetto e in quella dote, auspicata ma non scontata, da recordman. Esempio.
Da non seguire, evidentemente, per i 36 candidati che non hanno portato nemmeno un voto. Quattordici sono nel Partito Pensionati, otto nell’elenco della Lega e sette nella squadra di Alternativa Comunista. Poi sparsi tra la lista di Paola Tacchini (una), quella di Forza Italia (due) e quella di Alessandro Portesani (uno), quella del Movimento 5 Stelle (sempre uno), quella di Sinistra per Cremona Energia Civile (uno) e quella di Maria Vittoria Ceraso (una). E pensare che di solito, almeno, ci si autovota. Invece, evidentemente, sabato e domenica avevano tutti altro (e presumibilmente di meglio) da fare. Zero. Come i loro voti.
Lo meritano tutti gli assessori uscenti della giunta di Gianluca Galimberti. È particolarmente significativo il contributo di Luca Burgazzi, assessore uscente alla Cultura targato Pd: spesso al centro delle polemiche in campagna elettorale, si prende la rivincita con 344 croci sul proprio nome. Bene anche Simona Pasquali (sempre Pd, 158 voti), Luca Zanacchi (165) e Barbara Manfredini (110) di Fare Nuova Cremona Attiva e Rosita Viola (133) di Sinistra per Cremona Energia Civile. Meno bene, invece, il titolare del bilancio Maurizio Manzi (Fare Nuova Cremona Attiva): l’hanno scelto in 27. E dev’essere il prezzo che si paga a tenere i cordoni della borsa rimodulando tasse: l’incasso, stavolta, è deludente. E non c’è recupero d’evasione. Una spiegazione, forse sì: il dietro le quinte racconta di una sorta di disimpegno personale con vista sul fine carriera politica già deciso, con conseguente campagna al minimo per se stesso e mobilitazione dirottata su altri. In ogni caso, comunque, Manzi non sarà più della partita. E merita rispetto per quello che ha dato nei dieci anni in giunta: corretto sempre, disponibile ancora di più, preciso. Retto in una posizione scomoda.
Due garanzie: Paolo Carletti, presidente uscente del consiglio comunale, che muove un consenso da 116, e Roberto Poli, capogruppo del Pd in consiglio, accompagnato da 171 sostenitori.
Agli avvocati: Andrea Carassai (Forza Italia) prende 153 voti, Maria Luisa D’Ambrosio (Cremona sei tu-Virgilio sindaco) ne piglia 146, Luca Curatti (Novità a Cremona) 103, Marco Azzali (Fratelli d’Italia) 79. Mica pochi, tutti insieme. Bottino legale. Un po’ meno seguito ha avuto Giorgia Halili: 21 voti. La curiosità: è la compagna del candidato sindaco del centrodestra Portesani.
Ai volti della sanità. Luci e ombre. Luce piena sul medico Riccardo Merli (Fare Nuova Cremona Attiva): con 349 voti è il più votato in assoluto dopo Pizzetti. Ci si aspettava forse di più dall’infettivologa Claudia Balotta, premiata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per l’impegno e l’importanza della sua ricerca nei giorni più bui della pandemia: nel team di Cremona sei tu – Virgilio sindaco, porta 70 preferenze al candidato del centrosinistra. E 57 le garantisce Ida Beretta (sempre Cremona sei tu- Virgilio sindaco). Benissimo Cinzia Marenzi (ecografa, in lista con Fare Nuova Cremona attiva): 165 ‘x’ sulle schede.
Alle donne della destra. Stanno in Fratelli d’Italia e nella Lega. Chiara Capelletti, evidentemente certificata nella sua leadership dai 267 voti dell’elettorato di riferimento, è la più votata: di FdI, dell’intero centrodestra e in generale fra le donne. Successo gratificante. Seguono Francesca Gazzina con 125 preferenze, Jane Alquati e Simona Sommi (Carroccio) con rispettivamente 186 e 101 voti.
Decisamente positivo quello di Carlalberto Ghidotti, volto storico di Forza Italia uscito dai radar per qualche tempo, poi entrato in FdI e premiato da 201 voti, meno quello di Alessandro Carpani, ex leghista avvelenato con una Lega che non riconosce più e che a Ferruccio Giovetti ha assicurato 19 preferenze.
La sorpresa è Marco Olzi: 265 preferenze nel sacco di Fratelli d’Italia. La delusione? Nessuno. Esserci, a quell’età, è comunque un’occasione. E magari, chissà, anche l’inizio di un viaggio appassionante.
Riconoscimento a metà, invece, quello dei figli d’arte. Entrambi schierati in Fratelli d’Italia, nel nome del padre e della madre, Pietro Andrea Nolli, rampollo di Roberto, ex vice sindaco della giunta Perri, esulta per un risultato a dir poco lusinghiero: 116 voti alla prima esperienza. Meno largo il bottino di Nicola Tinon De Bona: le sue 29 preferenze rendono comunque orgogliosa mamma Irene Nicoletta, ex assessore di Oreste Perri. Aria fresca e buona. Brezza leggera nell’ora in cui inizia a soffiare il vento caldo dell’ultima sfida. Quella decisiva. E lì, i voti che contano sono altri. Mica questi. Dati per gioco.
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