L'ANALISI
09 Giugno 2024 - 05:25
Il grande ensemble orchestrale e corale
VERONA - Cremona protagonista all’Arena di Verona nella serata evento dedicata all’opera lirica italiana, dichiarata dall’Unesco bene immateriale dell’umanità. Una festa che Cremona ha sentito propria, e non solo perché Alberto Angela ha citato Claudio Monteverdi come origine di tutto: unica citazione riservata al divin Claudio, il musicista nato a Cremona, cui si deve l’invenzione del melodramma. Un po’ poco, viene da pensare. Almeno l’apertura dell’Orfeo poteva essere regalata al parterre de roi dell’anfiteatro veronese. Comunque sia, per la proprietà transitiva, si può ben dire che la città di Monteverdi possa considerare un po’ suo il riconoscimento Unesco che si affianca a quello riservato al saper fare liutario. Ne sono convinti — e lo dicono in maniera più o meno esplicita — i cremonesi venerdì sera all’Arena per la serata trasmessa in mondovisione su RaiUno, organizzata dal Ministero della Cultura e Fondazione Arena di Verona con Siae, Anfols, Teatro alla Scala e Accademia di Santa Cecilia, che ha offerto una passerella di star della lirica, ma anche le più alte cariche dello Stato in prima fila.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la premier Giorgia Meloni, i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, vari ministri e ambasciatori hanno celebrato il riconoscimento Unesco per il Canto lirico italiano, con l’idea che l’evento possa diventare itinerante, di anno in anno, nei luoghi simbolo del belcanto.
In Mondovisione Rai si sono esibiti una grande orchestra composta da 160 elementi e un coro di 300 artisti, provenienti dalle Fondazioni lirico sinfoniche italiane. La serata, condotta da Alberto Angela, Cristiana Capotondi, Luca Zingaretti è stata aperta con Riccardo Muti, ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo, sul podio dell’anfiteatro areniano per dirigere la prima parte della serata e i brani per orchestra e coro più significativi della grande opera italiana.
La seconda parte della serata ha offerto un’antologia dei brani più celebri di Puccini, Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, interpretate da un cast mondiale, come i soprani Eleonora Buratto, Rosa Feola, Juliana Grigoryan, Jessica Pratt, Mariangela Sicilia, il mezzosoprano Aigul Akhmetshina, i tenori Jonas Kaufmann, Renè Barbera, Juan Diego Flórez, Vittorio Grigolo, Brian Jagde, Francesco Meli, Galeano Salas, i baritoni Nicola Alaimo, Luca Salsi, Ludovic Tézier, il basso Alexander Vinogradov, diretti dal giovane maestro Francesco Ivan Ciampa.
A rappresentare l’eccellenza della danza Roberto Bolle e Nicoletta Manni affiancati da 50 ballerini del corpo di ballo di Fondazione Arena.
È andato in scena è stato un kolossal lirico all’insegna dell’orgoglio italiano: «Ma non dimentichiamo — ha detto Andrea Cigni, sovrintendente del teatro Ponchielli, all’Arena insieme ad Andrea Nocerino - che tutto questo non ci sarebbe se non ci fosse stato un cremonese, Claudio Monteverdi che ha inventato un genere nuovo che ha conquistato il mondo intero. Cremona deve essere orgogliosa del suo concittadino e deve sentire il riconoscimento Unesco un poco proprio. Non ci sono tante città che possono vantare questa la tradizione liutaria e quella operistica riconosciuti dall’Unesco».
Il cremonese Michele Galli, direttore generale del teatro Verdi di Pisa, con la moglie Gloria Grazioli, vicepreside del Ghisleri, ha commentato a fine della lunga serata veronese: «Un evento kolossal che il Ministero ha voluto per celebrare l’opera e il belcanto. Il maestro Muti ha parlato dell’orchestra come modello di coesione sociale nella diversità. Serate come queste confermano quanto la cultura possa essere un collante importante di unità, speriamo che questo aiuti il comparto e possa contribuire a diffondere l’eccellenza della nostra lirica».
Cristina Ferrari, direttrice musicale del Municipale di Piacenza, va alle origini del riconoscimento: «Le associazioni di categoria i teatri di tradizione le fondazioni lirico sinfoniche hanno spinto perché si avviasse il percorso per il riconoscimento Unesco. Il Ministero ha accolto questa idea e l’ha sostenuta. La serata all’Arena è una festa in cui l’eccellenza italiana del canto lirico è condivisa da tutte le istituzioni teatrali italiane. È un segnale per il futuro dei giovani interpreti e di chi fa musica. Da cremonese non posso che gioire per il riconoscimento Unesco, pensando al nostro Claudio Monteverdi». Anche dietro le quinte non mancavano i cremonesi: i liutai Marco Nolli e Marianne Lenzini erano all’Arena per una messa a punto degli strumenti di due maestri dell’orchestra: Alessandro Serra, primo contrabbasso alla Scala, Matteo Zanone, primo contrabbasso all’Arena di Verona e Francesco Sanarico primo contrabbasso al San Carlo di Napoli. E a sottolineare la forza di un ensemble corale formato da elementi dei cori di tutte le istituzioni italiane è il basso Marco Tomasoni che ha studiano al Conservatorio Monteverdi: «Quando mi hanno chiamato come aggiunto ho detto subito di sì — racconta —. Ho poi capito dopo in che grande macchina mi sono ritrovato, un’emozione unica. Ho visto colleghi di tutte le età e con grandi esperienze commuoversi quando abbiamo cantato l’Inno diretti da Muti. Per cinque giorni abbiamo provato fino all’una e mezza di notte, un’esperienza simile non mi capiterà più. E poi dietro le quinte ho potuto conoscere il gota della lirica e l’ètoile Roberto Bolle, che mi ha stupito per la sua grandezza e per la determinazione. Una lezione di artista e di vita».
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