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CREMONA AL VOTO

Portesani: «Statue coperte di guano, i simboli della città vittima dell'incuria»

Il candidato di centrodestra: «L’identità locale e nazionale l’abbiamo nel Dna, teniamo al decoro della città e alla conservazione del patrimonio e della memoria storica»

La Provincia Redazione

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07 Giugno 2024 - 16:59

Portesani: «Statue coperte di guano, i simboli della città vittima dell'incuria»

CREMONA - «Anche Ercole, mitico fondatore di Cremona passato nelle intemperie dei millenni, non è scampato all’indifferenza della giunta Galimberti-Virgilio: giace accanto allo stemma di Cremona completamente cosparso di guano dei piccioni. Gran brutto messaggio per chi, come lo stesso Virgilio, ha messo nelle sue cinque parole quella di 'identità'. È questo un valore che si trasmette avendo cura dei simboli della città e di quanto rappresentano per la comunità. E il destino del personaggio mitologico è stato riservato a politici, benefattori e pure ai vescovi che portarono Cremona agli onori del Paese: pure le loro immagini umiliate da un infinito disinteresse». Lo dice oggi Alessandro Portesani, candidato sindaco del centro destra per la carica di sindaco.

«Questo tema - spiega Portesani -, è già stato evidenziato dai media come da semplici cittadini. E lo voglio riproporre a poche ore dal voto perché è simbolo di due tematiche importanti che i cremonesi dovranno valutare prima di entrare in cabina elettorale. Il primo: l’incuria in cui la città e i suoi simboli versa oramai da anni. Il secondo, forse ancor più importante: la mancanza di ascolto da parte di Galimberti e Virgilio nei confronti dei cittadini che possono pure protestare, ma a cui si può anche non rispondere».

«Il guano sulle statue di Pietro Vacchelli, Giovanni Cadolini, i vescovi Bonomelli e Cazzani, Angelo Bargoni, è veramente inguardabile - afferma Portesani -. Lo è ancor di più perché questi monumenti sono collocati nel cortile di Federico II di Palazzo Comunale: la casa di tutti i cremonesi. Tutto ciò è simbolo di grande trasandatezza. Ma soprattutto di mancanza di rispetto sia verso i cittadini di oggi che verso queste illustri personalità; ricordiamo ad esempio che il vescovo Cazzani salvò migliaia di vite da un bombardamento tedesco che poteva radere al suolo la città».

«Un discorso a parte poi lo merita il busto di Ettore Sacchi, lasciato in uno stato indecente. Qualche tempo fa, Sergio Ravelli e il mondo radicale di Cremona organizzarono una giornata di studi per ricordare questa personalità a cui, piuttosto sommessamente il Comune aderì. Un’operazione culturale e politica importante per la storia della città. Neppure questo bastò al duo Galimberti-Virgilio per far prestare attenzione a questo personaggio e alla sua immagine. Noi del centro, che l’identità locale e nazionale l’abbiamo nel Dna, non permetteremo più che tutto questo accada, sia per il decoro della città che per la conservazione del patrimonio e della memoria storica. L’identità non è parola vuota, è concetto che richiede impegno e volontà» conclude Portesani.

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