L'ANALISI
30 Maggio 2024 - 17:35
CREMONA - Utilizza il termine «ghiacciata» per spiegare come ci si possa sentire difronte a uno sconosciuto che - all’improvviso - si avvicina, ti offre soldi per andare a casa sua e avere un rapporto sessuale e poi, con un’azione fulminea, ti afferra per un braccio, ti tocca il sedere, poi il seno.
Maria (nome volutamente di fantasia, ndr) oggi ha 20 anni. È una delle due ragazze vittime di molestie da parte di un uomo di 41 anni, straniero, nei pressi della stazione. I fatti risalgono al 6 marzo di un anno fa. L’accusa: violenza sessuale alle vittime all’epoca entrambe 18enni.
L’imputato, attualmente detenuto nel carcere di San Vittore, oggi l’ha chiusa in udienza preliminare con un patteggiamento a 1 anno e 4 mesi di reclusione.
Maria, assistita dall’avvocato Monia Ferrari (si era costituita parte civile), oggi era in Tribunale. L’ha accompagnata la mamma. «Ho voluto essere presente, metterci la faccia. Da una parte sono contenta che sia stato condannato con il patteggiamento, dall’altra ovviamente avrei voluto che non fosse accaduto». Quello che, invece, le è accaduto intorno alle 18.15, lo racconta. Era scesa dal treno. «Mi stavo recando al lavoro. Transitavo presso il piazzale delle Tranvie (all’altezza di via Dante) e mentre passavo nei pressi della cabina delle fototessere, sono stata avvicinata da uno sconosciuto. Mi ha offerto dei soldi per andare a casa sua». Poi, gli ‘apprezzamenti’.
«Mi ha detto ‘Sei una bella ragazza’. Io l’ho respinto, gli ho detto che ero fidanzata, che ero in ritardo e che non desideravo essere disturbata». Ma lo sconosciuto non ha mollato la sua preda, continuando a seguirla. «All’improvviso mi ha afferrato per il braccio, mi ha tirato a sé, mi ha palpato il sedere e il seno. Ero ghiacciata». Mentre la teneva, il 41enne le ha detto: ‘Dai, ti offro da bere, ‘dai, perché non vieni a casa mia’, ‘se stai con me oggi, ti pago’, ‘non sono geloso se hai un fidanzato’». Maria è riuscita a divincolarsi.
«Ho chiamato il mio papà in lacrime. Voleva venirmi a prendere, ma io ho preferito andare al lavoro per distrarmi, per non pensarci». Ci pensa sempre, Maria, che è andata anche in cura dalla psicologa. «Io quella cosa continuo a viverla, non riesco a digerirla, è andata oltre. Io stavo semplicemente andando al lavoro, vestita, oltretutto, da lavoro. È stata una cosa improvvisa, non te l’aspetti e sono rimasta ghiacciata». Il 6 marzo, lo sconosciuto ci aveva provato con un’altra 18enne, una ventina di minuto dopo. Entrambe le vittime avevano poi denunciato i fatti in Questura. La polizia era risalita al loro molestatore.
Il secondo caso. Erano le 18.38. La diciottenne stava rincasando a Cremona da Brescia. Scesa dal treno, si era incamminata verso il piazzale della stazione per proseguire «verso il ‘Violino Sonoro’.
Ai poliziotti aveva precisato di aver notato quell’uomo mentre stava attraversando sulle strisce pedonali (di fronte alla concessionaria Carulli). «Mi ha rivolto apprezzamenti volgari e squallidi». Dal «come sei carina e bella ragazzina» a frasi più pesanti «e altro ancora». La giovane non aveva dato peso alle avances e aveva tirato dritto. Ma «giunta all’incirca a metà del tratto pedonale», lo ha incrociato. E lui, «con una mossa inaspettata, ha allungato la mano e mi ha palpeggiato i glutei. Sono rimasta spiazzata, ma ben presto mi sono ripresa, mi sono fermata, mi sono rivolta a quell’uomo per rimproverarlo. Lui si è messo a ridermi in faccia, si è preso gioco di me. Mi sono spaventata, mi sono allontanata». E il molestatore si era defilato.
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