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Centro Padane: nuovo Cda, strappo nel centrodestra

Fuori Gozzi, dentro Abruzzi: Lega e Forza Italia mettono Signoroni sotto accusa. «Senza alcun confronto ha proceduto di imperio: sacrificate competenze e merito»

La Provincia Redazione

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24 Maggio 2024 - 08:47

Centro Padane: nuovo Cda, strappo nel centrodestra

Il presidente della Provincia Paolo Mirko Signoroni, l’architetto Bruna Gozzi e Paolo Abruzzi

CREMONA - Fuori l’architetto Bruna Gozzi, dentro Paolo Abruzzi, per due volte sindaco di Sospiro, consigliere provinciale per il centrodestra e vice presidente provinciale di Fratelli d’Italia: il presidente dell’amministrazione provinciale Mirko Signoroni ha firmato martedì la designazione dei due rappresentanti cremonesi nel nuovo Cda di Centro Padane Srl. Il secondo componente è Elena Bernardini. Il terzo spetta alla provincia di Brescia che ha indicato l’avvocato Alexander Nisi, di Fratelli d’Italia. Sempre secondo i patti parasociali, sarà lui il presidente della società che svolge servizi di ingegneria ed architettura come studi di fattibilità, progettazioni e direzione dei lavori, coordinamento sicurezza, gestione di opere stradali, edifici, infrastrutture in genere.


Signoroni, dunque, ha ignorato l’appello a confermare Gozzi insieme a Bernardini che gli era stato rivolto dai consiglieri di centrodestra (Lega e Forza Italia) Alberto Sisti, Palmiro Angelo Bibiani, Valeria Patelli, Filippo Raglio e Gianni Rossoni: «Facciamo presente che la conferma dei due membri da lei già nominati tre anni fa e che quindi hanno già goduto della sua fiducia, garantirebbe la necessaria continuità e la certezza di una buona amministrazione».

Alberto Sisti, Gianni Rossoni, Palmiro Angelo Bibiani, Filippo Raglio e Valeria Patelli

E oggi i cinque vanno all’attacco, esprimendo «sorpresa» per la mossa di Signoroni: «Lei, senza alcun confronto preventivo con noi che abbiamo l’onore di rappresentare un’ampia fascia di amministratori locali, ha proceduto di imperio preferendo ad una professionista stimata, esperta e capace quale l’architetto Bruna Gozzi, già presidente dell’ordine degli Architetti, una figura con un preciso ruolo politico e con un profilo imparagonabile a quello dell’architetto Gozzi, per lo più proposta dal presidente di un’associazione culturale, piegandosi così ad una logica estranea ad una trasparente e corretta dinamica democratica, alla quale sono state sacrificate competenze e merito».

«La sua scelta - continuano -, che ci sentiamo di stigmatizzare pubblicamente, appare ancor più incomprensibile in quanto tradisce la fiducia che le abbiamo più volte documentato, mantenendo sempre un atteggiamento responsabile e costruttivo, fino al punto di garantire il numero legale per l’espletamento delle attività istituzionali, compreso l’approvazione di atti fondamentali per l’ente, mentre i consiglieri di maggioranza disertavano le sedute del consiglio provinciale. Le anticipiamo sin d’ora che depositeremo nei prossimi giorni un’interrogazione a risposta scritta, con la quale le chiederemo di chiarire pubblicamente le ragioni per le quali ha deciso di ignorare la proposta di candidatura di una professionista esperta presentata da 5 consiglieri provinciali, nominando invece una figura politica presentata dal presidente di un’associazione culturale. Esprimiamo infine il nostro rammarico di fronte all’evidenza che l’interesse di una società strategica a partecipazione pubblica, venga sacrificato assecondando un piccolo gruppo di potere».

La vicenda divide il centrodestra e anche Fratelli d’Italia. A presentare la candidatura di Abruzzi era stato Fabio Bertusi. Una mossa che una parte di FdI non aveva gradito, parlando di un accordo sottobanco con il Pd. A ‘blindare’ la scelta era stato poi il segretario provinciale Marcello Ventura: «La sua candidatura è stata da me sostenuta personalmente. Questa ha trovato la condivisione anche del presidente della Provincia, vista la qualità della persona».

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