L'ANALISI
01 Maggio 2024 - 10:00
Piergianni Minardi
CREMONA - «Mi hanno sepolto, ma quello che non sapevano è che io sono un seme». Il pensiero potente e profondo della biologa Premio Nobel Wangari Maathai, ben si addice al modo in cui i familiari hanno deciso di ricordare Piergianni Minardi, Cavaliere della Repubblica ed ex vice-presidente della Croce Rossa di Cremona, socio fondatore del Lions Club Cremona Europea ed ex vice-presidente della canottieri Flora, imprenditore edile stimato per capacità, onestà ed etica professionale.
Ad un anno dalla scomparsa, infatti, in suo nome sorgerà un bosco cittadino a disposizione di tutti i cremonesi. Ma quelli che troveranno dimora alle spalle di via Giordano non saranno né i primi né gli ultimi alberi piantati in suo onore.
In questi dodici mesi i figli, Gianpaolo e Gianluca, hanno voluto ricordarlo con iniziative che rappresentassero i suoi valori:
«Papà amava la natura, l’ambiente – spiega il secondogenito –. Così abbiamo pensato di mettere una pianta in ognuno dei suoi posti del cuore».
Un primo acero rosso, specie che tanto amava, ha trovato posto alla canottieri Flora. Un altro è stato posato nel giardino della sua casa natale a Villanova sull’Arda, un terzo nella sua casa di via 11 Febbraio a Cremona ed un quarto crescerà nella sua adorata Vezza d’Oglio.
Sino al progetto del bosco, portato avanti in particolare dal figlio Gianluca: si è rivolto all’assessore al Verde, Luca Zanacchi, proponendogli l’idea di «rivalutare una zona in disuso da trasformare in piccolo polmone verde a beneficio della cittadinanza», mediante la posa di 50 giovani alberi. Il tutto con un ulteriore impegno futuro, ovvero sviluppare l’area con la posa di ulteriori 10 alberi ogni anno, in occasione degli anniversari della morte di papà. L’iniziativa è stata battezzata ‘Bos-con-Te’ ed è molto piaciuta al Comune, che per concretizzarla ha suggerito una zona non coltivata prossima al centro città, fra l’altro non distante da dove la famiglia Minardi ha sempre vissuto. Le essenze che saranno messe a dimora, invece, saranno valutate e decise insieme ad un esperto vivaista.
«Quella di papà è una mancanza incolmabile, è sempre stato il nostro riferimento, il nostro capitano, sempre presente, unico – spiega Gianluca –. Abbiamo cercato di combatterne l’assenza provando il più possibile a rendere onore al suo ricordo, una goccia di bene in confronto all’oceano di amore che lui ci ha donato. Quel che abbiamo fatto e stiamo facendo è simbolico, rappresenta due dei suoi grandi amori: la natura e il prossimo. Mi piace pensare che un giorno i miei figli potranno vedere e godere di un piccolo bosco, nato e sviluppato nel tempo in ricordo dei valori trasmessi dal loro adorato nonno Pier. Del progetto mi piace soprattutto l’idea di continuità, di perpetuazione nel tempo».
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