L'ANALISI
24 Aprile 2024 - 17:36
SAN DANIELE PO - Il Tribunale Amministrativo Regionale ha respinto il ricorso avanzato da Civelli Costruzioni, una delle sei aziende concorrenti per l'appalto dei lavori di riqualificazione del ponte sul Po che collega Polesine Zibello, Roccabianca e San Daniele Po, del valore di 15 milioni di euro, confermando così che tutta la procedura attivata dalla Provincia di Parma per l’assegnazione dei lavori si è svolta correttamente.
Civelli Costruzioni, parte di un raggruppamento temporaneo di imprese che include il Consorzio Stabile 3 Emme Difesa Ambiente e Territorio scarl, Giudici spa e Novastrade srl, è risultata quinta nella valutazione tecnica, non riuscendo quindi a prevalere. Il consorzio ha sollevato questioni sulla correttezza del processo di valutazione, ma il Tar ha giudicato infondati i reclami.
Il progetto di sistemazione della infrastruttura sul grande fiume sarà quindi realizzato dal raggruppamento di imprese Steel Concrete-Consorzio Stabile-Localpal srl-Nautilus Srl, che ha ottenuto il massimo dei punti, un risultato raggiunto sia per la valutazione tecnica che per l'offerta economica più vantaggiosa, proponendo un ribasso di 15,76 euro. Cento i punti raggiunti in totale (80 per la valutazione tecnica e 20 per la migliore offerta economica).
Interessante notare che anche Steel Concrete era stato inizialmente escluso dalla gara, ma è stato riammesso il 6 febbraio. La controversia principale sollevata da Civelli Costruzioni riguardava un presunto errore di calcolo nel bando di gara, dove la somma di alcuni parametri richiesti superava il 100%, un punto contestato dalla Provincia di Parma e infine respinto dal Tar.
Inoltre, il ricorso ha messo in luce la questione dell'accesso al soccorso istruttorio, un meccanismo che avrebbe permesso di correggere eventuali errori nei documenti presentati. Tale opportunità è stata concessa ad altri due consorzi durante la fase di valutazione amministrativa, permettendo loro di rettificare errori minori senza penalità.
Il Tar ha chiarito che le questioni sollevate da Civelli Costruzioni non erano attribuibili a semplici errori materiali, ma a discrepanze più sostanziali relative ai requisiti di qualificazione dell'operatore economico, chiudendo così il caso a favore della procedura adottata dalla Provincia di Parma.
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