L'ANALISI
22 Aprile 2024 - 17:46
CREMONA - Ha comperato l’hashish su Instagram: 265 grammi di droga in tutto, tra quella che aveva con sé e quella che gli hanno trovato in casa, contenuta in una scatola in alluminio nascosta nell’armadio della camera da letto.
Ieri pomeriggio i poliziotti della squadra volante diretti dal commissario capo, Ester Esposito, lo hanno arrestato. Si tratta di un giovane di Cremona, 26 anni da compiere fra tre giorni, diversi lavori alle spalle, tra i quali uno da commesso in un supermercato. Oggi il giudice ha convalidato l’arresto, disponendo per l’indagato la misura dell’obbligo di firma. Il difensore, Marilena Gigliotti, ha chiesto i termini a difesa anche per attendere i risultati della perizia tossicologica che accerterà il principio attivo della sostanza stupefacente. Il processo è fissato per l’8 luglio prossimo.
I fatti risalgono al pomeriggio di ieri. Durante un servizio di controllo, alle 16.20 in via Opifici la pattuglia ha fermato il giovane. E lo ha perquisito: aveva 20 grammi di droga. I poliziotti gli hanno successivamente perquisito la casa. Nell’armadio hanno trovato una scatola, al cui interno c’erano diversi contenitori: (brand ‘Banana Punch’: brand di cannabis femminizzata). In uno c’era un panetto di hashish (49,68 grammi), in un altro 50,36 grammi di droga, in un altro ancora 49,76 grammi. In un quarto un panetto di 94,24 grammi.
Sotto sequestro sono finiti anche un bilancino di precisione e un coltello da cucina con la lama (17 centimetri) ancora sporca di hashish.
All’udienza di convalida dell’arresto, il giovane ha sostenuto di essersi fatto una scorta di droga «per uso personale». Ha ammesso di aver sbagliato, ma ha spiegato i motivi. Negli ultimi 5,6 mesi, la droga lo aiutava come rassicurante per superare alcuni problemi familiari. Insomma, si era fatto prendere un po’ la mano. In più, adesso che ha il braccio ingessato al collo, l’hashish gli tornava utile per calmare il dolore come terapia. Ma il giudice ha ritenuto i 265 grammi di hashish una circostanza incompatibile con «l’uso personale». E ha parlato di gravi indizi di colpevolezza. Nel pomeriggio di ieri il giovane è tornato a casa: obbligo di firma. Disoccupato, è in cerca di lavoro; ha mandato diversi curriculum in giro. «C’è un’azienda che gli ha promesso di chiamarlo», ha detto il difensore.
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