L'ANALISI
19 Aprile 2024 - 19:18
l presidente di Confagricoltura Lombardia Riccardo Crotti durante il suo intervento accanto a Barbara Donarini e l’assessore Franco Bordo, con sullo sfondo il marchio della De.Co.
CREMA - I produttori di tipicità gastronomiche cremasche hanno ora la possibilità di sfruttare un asso nella manica per promuovere le loro eccellenze. Potranno fregiarsi del logo della De.Co., la denominazione comunale, le cui caratteristiche sono state presentate oggi, nel convegno pomeridiano in sala ricevimenti del municipio. Tra gli interventi principali, quelli di Riccardo Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia, Andrea Badioni, presidente di Confcommercio Cremona, Roberto Bernocchi, vicepresidente di Cna, Vincenzo Cappelli, al vertice della Pro loco e Fabiano Gerevini, presidente della Strada del gusto cremonese. Con loro il sindaco Fabio Bergamaschi, l’assessore al Commercio Franco Bordo, introdotti da Barbara Donarini.
In sala anche i consiglieri regionali Riccardo Vitari e Matteo Piloni e il presidente dell’Area omogenea Gianni Rossoni. Come hanno rimarcato i protagonisti, la De.Co. è «uno strumento per favorire un efficace marketing territoriale. Rappresenta l’identità e l’autenticità dei prodotti locali, sottolineando l’importanza di preservare le tradizioni che li caratterizzano». È stato creato un marchio da Enrico Malinverni e Sergio Pariscenti di cui potranno fregiarsi alcune delle bontà cremasche: il salame nobile, la torta bertolina, la spongarda (altro dolce) ma anche i tortelli dolci. Ma anche piatti tipici potranno ottenere la certificazione.
Al momento, resta in forse la possibilità, per chi produce il formaggio Salva, di richiedere il marchio, esistendo già un consorzio di tutela. L’adesione al De.Co. sarà aperta anche oltre il Cremasco. Non ci saranno paletti stringenti nel disciplinare per i singoli prodotti, così da consentire a un numero ampio di laboratori di poter ottenerla. Una commissione nominata dal sindaco sarà incaricata di valutare le richieste. «Questo marchio è un momento istituzionale importante per il territorio — ha evidenziato il sindaco — leghiamo il saper fare artigiano a un riconoscimento ufficiale». Bordo ha ricordato il percorso, partendo dal distretto urbano del commercio.
«Fondamentale il lavoro della commissione consiliare presieduta da Enzo Benelli in cui si è steso il disciplinare, passato poi all’unanimità in aula». Nel suo intervento Crotti ha fatto riferimento all’importanza di avere una tipicità locale: «In un’Europa che cercava di omologare tutti i prodotti agricoli, siamo riusciti a preservare le tipicità italiane. Questo per Crema è un passo fondamentale e adesso dipenderà da noi saper fare sistema per dare corpo e continuare il percorso. I miei complimenti per questo inizio». Bernocchi ha aggiunto: «Ben vengano iniziative che portano in città turismo e facciano conoscere le eccellenze del territorio. Da parte nostra, adesione convinta, come l’anno scorso».
Per Badioni «la De.Co. dovrà attrarre gli stakeholder del territorio e richiamare i consumatori. Tutti questi risultati sono frutto di un impegno pubblico-privato. Solo insieme si ottengono questi risultati». Infine, Gerevini: «Un marchio che trovo davvero azzeccato. Darà grande visibilità ai prodotti cremaschi e sarà una certificazione per riconoscerne la qualità, grazie alla valutazione di una commissione ad hoc. Una garanzia anche per i produttori». In sala anche Roberta Schira, gran maestro della confraternita del Tortello cremasco: «Abbiamo a Crema tante eccellenze, anche a livello di ristorazione. Essere uniti, trovando buone forme di comunicazione, significa uscire dall’anonimato. Siamo a 40 chilometri da Milano, dobbiamo partire proprio dalla metropoli». A tirare le somme è stato Cappelli: «Da qui comincia un percorso che ci deve portare a ottenere risultati. Serve anche uno sforzo nella presentazione del prodotto di ricerca e di studio, ad esempio capire perché nella nostra realtà si crea il salame nobile».
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