L'ANALISI
19 Aprile 2024 - 17:48
Gli sposi indiani Kajal Kumar e Jasvir Lav
MADIGNANO - Le novità incuriosiscono sempre. Ed è per questo che oggi, nonostante l’orario fosse quello di pranzo e la sposa si sia fatta desiderare e non poco, piazza Portici era gremita di gente desiderosa di assistere al primo matrimonio con tradizioni induiste, celebrato in paese. Più che un’unione coniugale, è stata una grande festa, fatta di costumi tradizionali, di colori, di musica, di rulli di tamburi, di danze e di riti del tutto particolari. La diversità, bellezza, avrebbe detto qualcuno. A pronunciare il fatidico «sì» sono stati Kajal Kumar e Jasvir Lal, di religione induista lei, sikh lui.
Ma che importa? La cerimonia è durata più di due ore, ma sposi, familiari e amici sono stati in ballo dalla mattina alla sera, per quello che per loro era il terzo giorno di festeggiamenti: il principale. A casa della sposa, situata a due passi da piazza Portici, il rinfresco per gli invitati, ma aperto a chiunque volesse partecipare, è iniziato presto, con scelta di stuzzichini indiani e italiani. Da una parte vadai, idli e chutney, dall’altra, pizza, patatine e Prosecco.
Lo sposo è arrivato in piazza dopo mezzogiorno, accompagnato dal rullo di tamburi degli amici festanti, in un costume da cerimonia sikh sfavillante: turbante rosso simbolo dell’amore e abito bianco, colore della religione, con una scimitarra in mano. L’attesa della sua promessa sposa è stata lunga. A impegnarla sono stati i riti che il sacerdote induista ha condotto e che hanno riguardato le due famiglie e lo sposo. Alle 13.25 si è presentata la sposa, velata e in abito completamente rosso con inseriti dorati, sotto un baldacchino di fiori bianchi sostenuto da quattro paggi e con uno strascico rosso come l’abito, portato dalle damigelle.
Anche per lei, rulli di tamburi e fumogeni, modello stadio. Henné alle mani e ai piedi, Kajal ha salito le scale per raggiungere il suo promesso, dopo aver attraversato una folla festante. La lunghissima giornata è poi culminata col ballo al King Palace di Cremona, con circa 500 invitati. Nei due giorni precedenti il matrimonio, la sposa era stata unta con latte e curcuma, come segno di purificazione. A seguire, erano stati ricordati gli antenati con delle preghiere e poi c’era stato un primo festeggiamento con musica e balli. Un trittico impegnativo. Ma cosa non si fa per amore?
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