L'ANALISI
10 Aprile 2024 - 17:59
CREMONA - Una settantina di cause per un totale di più di 300 risparmiatori frodati nell’ambito della cosiddetta ‘truffa dei diamanti’. Oggi Federconsumatori ha presentato un aggiornamento della situazione legale che vede coinvolti centinaia di cittadini cremonesi e migliaia in tutto il Paese. «Come associazione dei consumatori — spiega Eugenio Zanardi, di Federconsumatori di Cremona e Crema — ci siamo attivati per risarcire tutti coloro che ne avevano diritto, ma resta da fare ancora molto lavoro per informare di questa possibilità tutti i cittadini che potrebbero essere incappati nella truffa. Certo, l’esito positivo delle sentenze emesse fino ad ora è, oltre che un’ottima notizia, una garanzia di affidabilità».
Nel 2016 la trasmissione Report aveva portato alla luce la cosiddetta ‘truffa dei diamanti’: un’operazione illecita con cui, come accertato dalle svariate sentenze, la Diamond Business spa, impresa attiva nel commercio di diamanti ora fallita, si accordava con banche e istituti di credito per vendere ai risparmiatori diamanti da investimento a prezzi gonfiati. In cambio le banche, cui è stato riconosciuto un ruolo di mediazione nella truffa, trattenevano una provvigione di circa il 20% sulle transazioni.
«Il nodo del raggiro — spiega l’avvocato Paolo Invernizzi, uno dei legali del pool che ha seguito le cause di risarcimento per l’associazione dei consumatori — è che i diamanti non hanno, come invece l’oro, un listino prezzi di riferimento uguale per tutti: se lo vende l’operatore commerciale, il diamante ha un certo valore; se è il privato cittadino che vuole rivendere lo stesso diamante, il valore scende di molto. Questo aspetto non veniva però illustrato ai risparmiatori al momento dell’acquisto».
L’indagine sulla maxi truffa aveva accertato, all’inizio del 2020, presunti profitti illeciti per quasi 500 milioni di euro, realizzati ai danni di migliaia di investitori. In questi anni Federconsumatori Cremona ha lavorato ai risarcimenti dei cremonesi incappati nella vicenda e delle circa 70 cause avviate, una cinquantina si sono concluse con sentenze che hanno riconosciuto al risparmiatore un risarcimento pari alla differenza tra il prezzo pagato dal risparmiatore e il reale valore di mercato dei diamanti acquistati.
«Fino ad ora abbiamo recuperato circa 3 milioni di euro. Ci sono ancora una ventina di cause in corso — spiega l’avvocato Annalisa Beretta —, ma c’è ancora tempo per intervenire al fianco di chi non avesse ancora intrapreso un’azione legale. In tanti non vogliono imbarcarsi in qualcosa che può spaventare come un processo. Tuttavia, non si tratta di un salto nel vuoto: abbiamo una lunga serie di sentenze al nostro attivo e i parametri di risarcimento ora sono abbastanza consolidati, con la consulenza di un perito gemmologo che stabilisce la differenza tra prezzo di mercato e di vendita. I tribunali hanno sancito un periodo di 10 anni che decorrono dal momento in cui la truffa è venuta alla luce nel novembre 2016 per esercitare il diritto al risarcimento».
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